tra cultura e politica
“RICORDATI DI VIVERE” MARTELLI NARRA UN PEZZO D’ITALIA
Claudio Martelli: l’espressione malinconica è sempre stata il contraltare alla solarità delle prospettive indicate. Anche le sue movenze più naturali, un tempo, sembravano (e sembrano tuttora) scandite da un esercizio costante del logos. Nella cosiddetta Prima repubblica fu unanimemente riconosciuto come l’enfante prodige del socialismo italiano. Politicamente offrì un’analisi dei mutamenti epocali in atto e propose una seria e coerente piattaforma politica adeguata alla contemporaneità. Ne scaturì l’idea di un’ “Alleanza riformista fra il merito e il bisogno”. Martedì Martelli era a Vibo per la presentazione del suo libro “Ricordati di vivere”, edito Bompiani, stampato a novembre 2013 e già giunto alla quinta edizione. Il periodare chiaro e comunicativo, pacato e riflessivo s’infiamma quando parla della sua esperienza di dirigente socialista e di ministro della Giustizia. Claudio Martelli racconta della sua idea di Partito democratico teorizzato circa trent’anni fa su una base laico-socialista. Ricorda come essa fosse maturata nello stesso Partito socialista di Filippo Turati già nel 1890 e che fu accantonata solo per evitare di concedere spazio, da sinistra, agli anarchici. Sull’argomento aggiunge la sua analisi della società attuale che ha visto la scomparsa non solo del proletariato ma anche della stessa industria tradizionale. Di conseguenza rilancia il suo differente progetto di partito, rappresentante degli emarginati ma anche di quelle ampie fasce sociali che negli ultimi lustri (quelli della cosiddetta Seconda repubblica) hanno visto dimezzata la capacità reddituale e quindi il loro tenore di vita. Poi lancia la sua scure sui molti passaggi di politica economica e finanziaria successivi al 1994, non ultima, l’accettazione del cambio lira-euro a 1936,27. Ritorna sulla proposta di riforma del Psi mai attuata e sulle analogie con le deformazioni partitiche attuali (come il gonfiamento del tesseramento). Tratteggia il profilo di riformisti italiani del calibro di Camillo Prampolini ed europei come Ferdinand Lassalle. Discute di alcuni passaggi storici nazionali, ad esempio sulla guerra alla criminalità organizzata condotta insieme a Giovanni Falcone e sulla presunta trattativa stato-mafia. Cita momenti di vita politica internazionali e nazionali che arricchisce con una vasta aneddotica. E ricorda i compagni, le sezioni di partito, le lotte sociali, le proposte culturali, le iniziative politiche tese a costruire una società migliore. I ragionamenti sono suffragati da costanti richiami alla sua vastissima cultura, poliedrica e versatile. Giudica negativamente la proposta di riforma elettorale perché sottrarrebbe spazi di democrazia reale, attraverso la creazione di maggioranze parlamentari artificiose, senza risolvere il problema della stabilità governativa. Sullo stato di salute del quadro politico attuale crea due nuovi eloquenti neologismi: «incafonimento» e «ignorantamento». Racconta i suoi ultimi vent’anni, spesi tra altre esperienze politiche (europarlamentare dal 1999 al 2004), giornalismo (ad “Oggi” nel ruolo che fu di Indro Montanelli e a “Mondoperaio” che ribattezzò “Mondo opera io”) ed associazionismo (con i sodalizi “Opera” e “Società aperta”). Sul suo attuale rapporto con la politica parla esplicitamente di «conto in sospeso» e così diventa anche interprete del medesimo sentimento avvertito da molti astanti. Infine le annotazioni sulla scrittura e sul titolo: «Il ricordarsi di vivere -chiosa Martelli- significa cogliere ciò che la vita offre. Trasmettere quello che siamo. Mettere sempre un argine alla frenesia degli impegni e porre al riparo, da ogni cosa, affetti, interessi culturali e ciò che ci rende felici». La presentazione del libro è stata introdotta da Bianca Cimato che ha coordinato gli interventi di Sergio Di Nola, Gaetano Luciano e Gianni Speranza. Gremita la sala che ha ospitato l’evento. Fra i presenti, tanti militanti e dirigenti dell’ex Psi di tutta la Calabria.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su L’ora della Calabria il 6 febbraio 2014, p. 26