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Anno 2008
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Vincitori e vinti, quelli che...
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Editoriale
Vincitori e vinti, quelli che...
Quelli che: “abbiamo lavorato per il re di Prussia”. Quelli che “tanto durano tre mesi”. Quelli che sperano di fare buon viso e cattivo gioco. Quelli che si sentono frustrati. Quelli che sono un po’ amareggiati, un pò stizziti. Quelli che sono delusi. Quelli che auspicano, a breve, un sostanziale ripensamento presidenziale. Quelli che verranno colti da una gravissima crisi d’astinenza da potere. Quelli che sono stati improvvisamente catapultati nel mondo degli umani. Quelli che si ritrovano in fila alla posta per pagare le bollette, evento davvero impensabile fino a pochi mesi fa. Quelli che repentinamente hanno perso qualche amico e tanti altri ne perderanno. Quelli che non hanno più il fascino indiscreto del poteruccio. Quelli che sono rimasti vittime delle loro stesse alchimie politiche. Quelli che “beh io ho tanti hobby, adesso mi dedicherò alla coltivazione del corbezzolo”. Quelli che esclameranno: “Quando c’ero io …”. E quelli che aggiungeranno: “quel progetto era stato avviato e già finanziato quando c’eravamo noi”. Quelli che vogliono un’altra opportunità. Quelli che hanno perso per abbandono del campo, due a zero a tavolino. Quelli che, come allo stadio urlano: “Non mollare mai”. Quelli che se ne sono fatti una ragione. Quelli che una ragione non se la faranno mai. Quelli che “onore ai vincitori”. Quelli che: “ma così si disonora la democrazia, si mortificano le istituzioni, il principio di rappresentanza, la politica diventa subalterna alla tecnocrazia”. Oddio che disperazione, la “ggente” non ci dorme più! Quelli che “bisogna saper perdere” facile da canticchiare impossibile da accettare. Quelli che si sentono un po’ orfani, un po’ reduci di guerra. Quelli che sanno molto bene che il cinismo è il sale della politica. Quelli che riscopriranno appieno le gioie degli affetti familiari.
Quelli che troppa grazia Sant’Antonio. Quelli che si sono immediatamente posti al “servizio” della società, delle istituzioni e della “ggente”. In che senso “servizio” ? Quelli che sono diventati classe dirigente e scusate se è poco. Quelli che termineranno il mandato in un gruppo differente da quello che li ha eletti; per ragioni politiche, s’intende. Quelli che hanno una concezione del potere platonica: l’aristocrazia intellettuale al potere. Quelli che da destra esultano: “il governo di alto profilo coincide col pensiero di Mosca, Michels e Pareto”. Caspita! Ma forse, c’è un pizzico di esagerazione. Quelli cha da sinistra: “un esecutivo all’insegna dell’unità e della responsabilità”. E’ nientepopodimenoche la prosecuzione del gorbaciovismo: glasnost e perestroika? Quelli che dal centro: “va bene, va bene così”, praticamente come in una canzone di Vasco Rossi. Quelli che: “prima di tutto le istanze del territorio” E che significa? Quelli che si okkuperanno “solo degli interessi della collettività”. Quelli che: “ora sì che si ragiona”. Quelli che hanno tante idee. Quelli che non ne hanno nessuna. Quelli che non mentono, mai; pericolosissimi, per sé e per gli altri. Quelli che indosseranno vesti ecumeniche. Quelli che “non sarà possibile realizzare l’opera, perché mancano i fondi”. Quelli che hanno intrapreso un corso accelerato di politically correct; peccato ! Quelli che sono destinati a snocciolare cifre e dati comprovanti un’efficienza asburgica. Quelli che non hanno più potuto sottrarsi alla processione del Corpus Domini. Quelli che, se non altro per la loro giovane età, sono il massimo della figaggine vibonese…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 28 maggio 2008
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