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Anno 2008
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Liberate le scuole dai progetti sulla legalità
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L’intervento
Liberate le scuole dai progetti sulla legalità
I volti annoiati degli allievi. Ecco cosa emerge quando si discute nelle scuole di legalità. “Chissà se il Milan vincerà”. In queste occasioni, nella mente dello studente vibonese frullano simili pensieri. Tutti pontificano. Un’arte nella quale gli italiani sono maestri. I dirigenti scolastici, si sentono come Alessandro Magno allorquando decise di muovere guerra al re Poro. Gli insegnanti, vengono investiti da un’incontrollata furia laica missionaria. Gli ospiti d’onore ripetono sempre lo stesso discorso. Per carità, molto interessante, ma è sempre lo stesso. Quello del sindacalista, poi, risulta vecchio di almeno trent’anni. I politici di casa nostra si atteggiano a novelli fustigatori. Ciò accade in una delle province d’Italia che nella ricerca del consenso non ha eretto altissime barriere etiche e morali. Insomma, l’indecenza si tocca con mano. E allora basta con questi irritanti e urticanti “Progetti sulla legalità”. Sono perfettamente inutili. Si è liberi di immaginare una scuola che balla a ritmo di tarantella ? Si ha idea di cosa accade in un istituto scolastico se, anziché il solito maestrino col ditino alzato, entra Eugenio Bennato? E allora, via, progetti obbligatori per tutti gli ordini e i gradi delle scuole sulle “Tarantelle calabresi nella modernità. Corso accelerato di tamburello”. Non piace ? Ben vengano altre idee. Ad esempio: “Il progetto della piazza”. Si dia la possibilità agli studenti, di immaginare il futuro urbanistico del proprio centro abitato. Magari procedendo (sia pure ipoteticamente) all’abbattimento degli orrori che spesso e volentieri s’impossessano degli spazi pubblici di questa maledettissima provincia. Forse, fra loro, c’è un nuovo Renzo Piano. Si consenta alla mente di girovagare liberamente per i campi della fantasia. Nemmeno questo va bene? Si parli di calcio. Non il solito progetto “Mens sana in corpore sano”. Per usare un eufemismo, non sarebbe proprio un colpo di genio. Piuttosto s’inviti a discutere sull’argomento Ligabue. Si diventa campioni, anche nella quotidianità, a colpi di sacrificio. E via, con un bel progetto dal titolo: “Una vita da mediano”. E poi, s’insegni, finalmente un po’ di politically un-correct. La struttura lessicale degli studenti è sempre più povera. Il malefico disvalore dell’ipocrisia costituisce un ottimo substrato per i comportamenti illegali. Perché non istituire un progetto tipo: “Parla come mangi e non mangiare come parli!”. Insomma, gli studenti non siano perseguitati dalla monotonia e dal dejà vu. I discorsetti dal sapore rarefatto sulla legalità, sono quanto di più stucchevole possa circolare per le mani e le menti delle nuove generazioni. Basta con i predicozzi e le tiritere. C’è un altro modo per costruire un futuro di speranza. Fa leva sulla Bellezza, ovvero su una dea scomparsa con la civiltà della Magna Grecia. La sua diretta discendente, anche se ci assomiglia molto, non è Ilaria D’Amico. Lo è, invece, Maria, Anna, Giuseppe, Salvatore e le altre migliaia di studenti vibonesi. Il titolo dell’eventuale progetto scolastico, quanto mai rivelatore della sua ispirazione trascendentale, lo possono portare avanti solo loro: “Cara Vibo, alzati e cammina…”.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 13 novembre 2008, p. 35
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