UN RICORDO PERSONALE DI ELENORA CORTESE
Fra le persone che mi hanno incoraggiato ad intraprendere la carriera forense ricordo Eleonora Cortese. Il suo affetto (per me) traspariva dalla premura con cui si rivolgeva nei miei confronti. Mi sembra di vederla adesso, per le stanze della Pretura di Tropea chiedermi: “Corradino, hai bisogno di qualcosa?”. Lei mi chiamava così… “Corradino”, un diminutivo che mi riservano solo le persone con cui ho familiarità. Le mie prime frequentazioni “tribunalizie” erano segnate (come per tutti) dalla timidezza e un modo di relazionarmi impacciato e a tratti quasi timoroso! Eleonora, con il suo tono imperioso, cui seguiva, sistematicamente, un rassicurante sorriso, ma soprattutto coi suoi consigli e la sua incondizionata disponibilità, contribuì ad aiutarmi a superare le difficoltà professionali d’inizio attività. Mi trasmetteva un altissimo senso di vicinanza umana che traeva fondamento da solide basi: l’amicizia dei suoi genitori coi miei nonni, la sua con mio padre e la comune provenienza zambronese… Nei numerosi colloqui con lei le piaceva ricordare spesso fatti ed eventi del passato. E infatti, inevitabilmente, a conclusione di ogni incontro, mi diceva: “Salutami Sasà…”. Un’altra espressione che di primo acchito mi viene in mente è la seguente: “Corradino… hai stampato il giornalino? Ci tengo molto a leggerlo”. Il “giornalino” era Cronache Aramonesi che racconta cronaca e storia di Zambrone, cui è rimasta legata per tutta la vita. Con lei se ne va anche una parte di me… Ma preserverò la sua amicizia tra i miei ricordi più importanti.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Cronache Aramonesi settembre 2013, anno IX n. 4