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Anno 2008
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I ricordi vibonesi di una generazione
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Editoriale
I ricordi vibonesi di una generazione
Sasà, giovanissimo sindaco di Zambrone dell’epoca, la ricorda a memoria: Superchi, Rogora, Mancin, Esposito, Brizi, Ferrante (Chiarugi), Merlo, Rizzo, Maraschi, De Sisti, Amarildo. Fu questa la formazione-tipo della Fiorentina che vinse lo scudetto nel 1969. Il campionato era incominciato l’anno precedente e la cavalcata viola fu leggendaria. La strapotere delle milanesi, delle zebre torinesi e il poteruccio delle romane subirono una significativa battuta d’arresto. Sconfitto anche l’emergente Cagliari di Gigi Riva. Pietro, da Briatico, rammenta che l’anno prima il calcio aveva dato una grande soddisfazione agli italiani: il primo titolo europeo. In quei 365 giorni, densi di colpi di scena, la Consulta abolì il reato di adulterio della donna. Poi toccò al Codice civile e la norma che vietava la separazione per adulterio del marito fu cancellata. Sardonico il commento di Pier Paolo, di Zaccanopoli: “La legge (delle corna) è uguale per tutti, uomini e donne”. La cattolicissima Anna, di Serra San Bruno, ricorda, invece, la pubblicazione dell’enciclica più controversa che sia mai stata scritta; la “Humana vitae” di Paolo VI. Papa Montini, contro la totalità dell’establishment intellettuale, laico e cattolico, si pronunciò con fermezza contro l’aborto e la sterilizzazione. Pasquale, da Zungri, pensa alle trecento vittime del terremoto del Belice. Il giornalista di Tropea, Eduardo, invece, sottolinea la nascita del primo numero dell’ “Avvenire”. Dalla fusione di due testate, “Italia” e “Avvenire Italia” nacque il quotidiano ufficiale della Conferenza episcopale italiana. Tiziana, di Cessaniti, ricorda che in quel periodo morì uno dei santi più popolari della bimillenaria storia cristiana: Padre Pio da Pietrelcina. E sempre nello stesso anno, osserva Raffaele di Sant’Onofrio, scomparve Giovanni Guareschi, scrittore genialmente anticonformista, creatore di don Camillo, del compagno Peppone e disegnatore di un’Italia voluta e a lungo ricercata ma ben lontana da quella reale. La sempre affascinante Stefania di Pizzo, rimembra “La bambola”, strepitosa canzone di Patty Pravo. Nella mente di Massimo, di Parghelia, dottore di mezza età, internista di lungo corso, riaffiora il secondo intervento di cuore, effettuato in Sudafrica da Chris Barnard. Il donatore era un mulatto, l’ammalato, un bianco che dovette sottoscrivere apposita autorizzazione a ricevere un cuore “non bianco”. Ninì, sorella del medico, osserva: “Ma quanta gente senza cuore c’era, anche allora?”. Cosmo, di Brognaturo, tiene saldamente impressi nella memoria gli eventi politici: uccisone di Bob Kennedy e Martin Luther King, l’elezione di Nixon alla Casa Bianca, la tragica invasione dell’ex Cecoslovacchia da parte dell’Armata russa e i risvolti negativi, per gli americani, nella guerra del Vietnam. Cristina, di Vibo Valentia, spirito sensibile e poetico, ricorda la scomparsa di Salvatore Quasimodo, premio Nobel d’altri tempi. La sognatrice Olga, natia di San Giovanni, frazione di Zambrone, si emoziona a pensare “l’Apollo 8” che girava intorno alla luna. Matteo e Carlo, mamma nigeriana, papà di Spilinga, ricordano quei clamorosi pugni alzati sul podio delle Olimpiadi del Messico da parte degli atleti neri Usa, Smith e Carlos. Luca e Antonio, anziani socialisti di Ricadi non dimenticano i due braccianti agricoli uccisi dalla polizia ad Avola. Remo, di Motta Filocastro, frazione di Limbadi, da sempre francofono, si entusiasma ancora per il risultato delle elezioni politiche transalpine: “La vittoria dei gollisti fu travolgente”. “Fate l’amore, non fate la guerra”. Molti presero alla lettera il famoso slogan di quell’anno e concepirono i pargoli nati l’anno successivo. Immeritatamente, qualcuno di loro riceve ospitalità da CO!
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 23 gennaio 2008
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