TAMBURELLI E TRADIZIONI A ZAMBRONE
Dalla musica ai giochi per bambini. La decima edizione promette spettacolo
di NICOLA COSTANZO
ZAMBRONE - Sopravvive a se stessa una Calabria antica, dignitosa, pulita. Una Calabria che non si lascia corrompere né dallo spirito dei tempi né dall’ossessione di un tronfio modernismo modaiolo. Queste due tendenze sono riscontrabili quotidianamente negli imperanti anglicismi del linguaggio scritto e parlato, nell’imperversare degli idiotismi italo-americaneggianti, che, a puro titolo esemplificativo, fino a qualche tempo fa aveva trasferito nella vulgata quotidiana gli I can e gli It’s beautiful. Ma accanto a questa o, se si vuole, in contrapposizione, c’è un’altra realtà, tutta nostra, tutta fortemente legata ad un mondo che vive nella memoria e che viene narrato ai più giovani dagli anziani, i veri custodi di una cultura che non si rassegna a morire. La troviamo negli angoli suggestivi dell’entroterra dove il turismo di massa non ha scalfito né l’idea né il ricordo di un’esistenza e di una concezione del mondo alternative a quelle proposte dai media. Quella realtà è riproposta e celebrata in certi riti religiosi, persino in alcuni atteggiamenti e soprattutto nel canto e nella musica. Essa si copre di una luce magica, attrae i giovani, restituisce loro il valore storico, artistico e culturale della loro terra e li restituisce ad un protagonismo sorprendente ed entusiasta perché accompagnato dal valore della riscoperta di sé. Discende probabilmente da queste riflessioni il successo del Tamburello Festival di Zambrone, giunto quest’anno alla decima edizione in un crescendo di successo di presenze e di interesse da parte dei turisti non meridionali e non calabresi. L’incontro in piazza di migliaia di persone, prevalentemente giovani, coinvolge, un collettivo che annulla differenze di classe e di cultura. I ritmi della musica popolari, tutti rigorosamente eseguiti con gli strumenti della tradizione, da esecutori che hanno conseguito una maturità artistica frutto dell’esperienza e della perseveranza. Così avviene, nell’edizione di quest’anno per Pietro Adduci, l’anziano zampognaro di Alessandria del Carretto, uno dei pochi rimasti che sia capace di documentare la limpidezza del suono e la dolcezza della tradizione, al punto da diventare il personaggio simbolo di una Calabria che sa raccontare la propria storia con il sentimento e il dolore, la speranza e la gioia della rinascita. Così per gli Skunkiuruti, complesso dell’area reggina che valorizza il suono degli antichi strumenti e vanta un repertorio vario e suggestivo. Al trio composto da Alessio Bressi, Francesco Lesce e Paolo Napoli, tutt’e tre calabresi, spetterà il compito di riscaldare l’ambiente con le loro sonate travolgenti mentre la poetessa Giusy Staropoli Calafati di Briatico reciterà i versi di due sue composizioni dedicate alla storia della Calabria. La Puglia sarà rappresentata dalla i Skaddia, band proveniente dall’Alto Salento, un’area che, come la Calabria, difende con la musica e il canto popolari la sua storia e la sua identità. E poi, ancora, la ragazza prodigio Elisabeth Morabito, che vive a Potenzoni di Briatico, organettara talentuosa di soli nove anni. Vi saranno ovviamente altre interessanti ragioni per essere presenti, non escluso un ricco menu di pietanze preparate con i prodotti dell’agricoltura locale e un gustosissimo banco di dolciumi nonché una serie di attrazioni che faranno la gioia dei bambini, in particolare I Giganti, i pupi di Alessio Bressi e i giocolieri. Ricca l’esposizione degli strumenti della tradizione: Andrea Anghelone (tamburelli), Salvatore Braccio (lira), Pasquale Lorenzo (pipite), Bruno Pitasi (tamburello) e Salvatore Pronestì (zampogne). Tutto pronto, nel suggestivo anfiteatro del centro tirrenico, per questa sera, per dare continuità ad una spettacolare kermesse fondata su una formula che ha finora assicurato il successo della manifestazione mescolando cultura e divertimento, identità, organizzazione e spirito di sacrificio. Un plauso, dunque, ai soci del Centro studi Aramoni, presieduto da Corrado L’Andolina, soggetto organizzatore di tale manifestazione che si fonda unicamente sul volontariato e sulla passione e non percepisce alcun finanziamento pubblico.
Pubblicato su Il Quotidiano della Calabria il 18 agosto 2013, p. 45