Zambrone. Organizzazione a pieno regime
TAMBURELLO FESTIVAL
QUANDO IL SUD ALZA LA VOCE
di Giusy D’Angelo
ZAMBRONE - Si può affidare alla musica etno-popolare il compito di ricostruire il mosaico dell’identità meridionale? Questa la sfida del decennale “Tamburello Festival”, l’evento nato dall’amore della comunità zambronese verso la propria terra dove ad essere protagonista è la ricca cultura meridionale. Dalla musica al ballo passando per la poesia una carrellata di talenti vengono sapientemente mescolati nell’accurato programma stilato dagli organizzatori ovvero il Centro studi umanistici e scientifici Aramoni e dal suo presidente Corrado Antonio L’Andolina. Concepito per divertire e divertirsi lo storico evento vuole puntare alla valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale con il recupero e la rinascita delle tradizioni popolari rivisitate e plasmate in veste contemporanea. Conservare e riaffermare un’identità collettiva minacciata dalla globalizzazione e dall’abbandono dei piccoli centri anche senza l’ausilio di finanziamenti pubblici. “Puntati su dieci rote” questo il tema di quest’anno in onore del “sonatura” dei Lisarusa, Walter Guido. Il cerchio che senza inizio né fine è simbolo di perfezione e completezza fin dalle culture antiche, filosofia platonica soprattutto, nella tradizionale danza folk capace di unire tutti in un unico ballo. Il 10 invece come le edizioni finora realizzate, come il numero stampato sulla maglia dei grandi giocatori, come il corrispondente della tetraktys pitagorica per indicare la realizzazione finale che vuole essere di buon auspicio per le future edizioni. In apertura dell’evento la sagra aramonese durante la quale si potranno degustare i piatti tipici della tradizione calabrese. Introdurranno la serata musicale le parole di Giusy Staropoli Calafati, la poetessa briaticese interprete e veicolo di sentimenti passati radicati nel popolo calabrese e di speranze future. Porterà i suoni del Pollino Pietro Adduci, di Alessandria del Carretto maestro zampognaro capace di ricreare atmosfere d’altri tempi. Punto di riferimento per i giovani che si avvicinano al mondo della zampogna ha saputo rendere immortali le note tramandate dagli avi. Ad accompagnare Adduci con chitarra battente e organetto il trio tradizionale Francesco Lesce, Alessio Bressi e Paolo Napoli grandi polistrumentisti. Presenza significativa quella di Elisabeth Morabito di Potenzoni di Briatico l’organettara di soli nove anni che ha saputo coniugare la spensieratezza della sua giovane età ad uno studio approfondito dello strumento. Esempio per i coetanei si è avvicinata alla musica popolare anche grazie al Tamburello festival. Seguirà l’esibizione degli Skaddia, fichi secchi in dialetto pugliese, il gruppo salentino nato per omaggiare i canti e le melodie della tradizione ma anche trasmettere con pizziche, canti di lavoro e d’amore il ricco patrimonio culturale insito nei racconti degli anziani. Termineranno l’esibizione musicale gli “Skunchiuruti” ovvero gli sconclusionati. Il gruppo reggino si è posto l’arduo obiettivo di recuperare gli antichi strumenti della tradizione lira, zampogna a chiave, castagnette i cui suoni erano ormai destinati all’oblio. La serata si concluderà con la ballata della “cameiuzza”, il cui rito affonda nello scontro contro i dominatori Saraceni, accompagnata da tamburi, grancassa e piattini. Una notte per trasmettere attraverso il canto e il movimento un mondo di sentimenti e melodie millenarie e dimostrare che il cuore del Sud, anche sotto la cenere, batte ancora forte.
Pubblicato su Il Quotidiano della Calabria il 15 agosto 2013, p. 21