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Anno 2008
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E' il grande circo Barnum vibonese
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Editoriale
E' il grande circo Barnum vibonese
“Questa è la più straordinaria collezione di talenti e di conoscenza umana che si sia mai riunita alla Casa Bianca, con l’eccezione di quando Thomas Jefferson ha cenato da solo”. La frase, meravigliosamente geniale, è attribuita a John Kennedy durante una cena con un gruppo di premi Nobel. Ci si chiede, può essere estesa a situazioni più modeste? La classe dirigente dei politici locali scimmiotta quella “romana”. I loro vizietti, sono traslati dai (presunti) leaders nazionali. Fanno di tutto per apparire umili, disponibili, sensibili ai bisogni della “ggente”. Sono sempre pronti a intervenire per una causa giusta. I risultati, però, non sempre colgono nel segno. Ma la colpa, a turno, è della burocrazia, del bilancio, della storia, delle autorità sovrastanti. Coltivano, a destra come a sinistra, ottime relazioni con la Curia; salvo scoprirsi, di tanto in tanto, discreti peccatori. Una volta eletti, intensificano la loro presenza nelle chiese. Organizzano un’infinità di convegni e conferenze. S’improvvisano professionisti della legalità. Sbandierano la loro immacolata dedizione alle Istituzioni. La politica, per loro, “é servizio”. Verso chi? Il loro ditino è sempre alzato. A denunciare “conflitti d’interessi”. Quelli degli altri, s’intende. I propri, mai. L’ambientalismo è una scelta obbligata. Sono sempre pronti a sbalordire. Se qualche impertinente osa chiedere: “Quali, i risultati dell’azione politica ?” L’interlocutore snocciolerà cifre, dati e riscontri inoppugnabili. Tanto da causare nell’ignaro cittadino un forte senso di confusione. Sempre in fila a tagliare nastri. Di strutture ospedaliere mai attivate. Anzi, mai realizzate. Oppure di orrende opere pubbliche. Spesso salutate da banda, pasticcini, servizi televisivi e discorsetti rarefatti . Ma l’aspetto più divertente è costituito dalle false baruffe. I solerti custodi della sacralità democratica credono di essere al Parlamento. Il segretario di questo partito (o il capo-corrente) minaccia la crisi. Il segretario di quello lo appoggia. L’altro è contrario. L’opposizione urla allo scandalo. Anzi, l’opposizione non parla mai o quasi. E poi i patetici tira e molla. Si sta in un polo, ma si strizza l’occhio all’altro. Quasi sempre in nome di un pontificato neocentrismo. Ci si dichiara duri e puri e poi si raccattano assessorati qua e là. La ricerca di poltrone per i propri vassalli è senza limiti. Una robusta morale si nutre di lealtà. E di nient’altro. Il moralismo, invece, è esecrabile, sempre. Ma questa è un’altra storia. Proclamano: “la cultura al primo posto”. Ma poi, i fondi per sostenere qualche buona iniziativa, non si trovano mai. Ribaltoni e ribaltini sono all’ordine del giorno. Fraintendimenti, chiarimenti, ammiccamenti, ipocrisie, “passaggi intermedi”, ambiguità, misere vendette, bieche ritorsioni, pure. Astuzie, veti incrociati, tranelli, trappole, manovre dilatorie ed evasive, idem. E poi via, con la magnifica sagra dei “colpi”: duri, di testa, di mercato, di fortuna, bassi, a bersaglio, a vuoto, ad effetto, da teatro; di genio, mai. Un meraviglioso spettacolo da circo Barnum. Chissà cosa ne avrebbe pensato l’omonimo impresario statunitense! Infine, affiora un dubbio amletico: ma c’è una reale alternativa a tutto ciò?
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 26 marzo 2008
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