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SANTA MARINA, I RITI E LA DEVOZIONE RELIGIOSA IN UNA PICCOLA COMUNITÀ
di Giusy D’Angelo
ZAMBRONE - Si è svolta a San Giovanni di Zambrone in un clima di festa la cerimonia di presentazione del libro “Per Santa Marina. Devozione religiosa e riti civili nella tradizione sangiovannese” di Corrado Antonio L’Andolina. «Recuperare frammenti della memoria locale in un Sud che ha vissuto in maniera traumatica l’avvento della modernità con l’inevitabile svuotamento dei paesi e perdita dei valori tramandati dalla tradizione» questa la spiegazione offerta dal docente Francesco Lesce nell’introdurre l’opera e invitando a riflettere sul vero senso della cultura ha specificato: «Non deve essere considerata alla stregua di una merce a secondo della posizione sul mercato. Ma è possibile concepire la cultura come mezzo per raggiungere il buon vivere, il fine ultimo della polis? come auspicato da Aristotele.? In questo momento è una strada perdente ma Corrado ritiene che si possa ancora considerare la cultura elemento per migliorare i rapporti». Ringraziando i presenti il sindaco Pasquale Landro ha commentato: «I racconti degli anziani rappresentano un filo sottile che unisce passato e presente, una base solida per il futuro dei giovani. Nel corso del nostro mandato l’amministrazione ha dovuto affrontare la scarsezza di risorse umane ed economiche, la disoccupazione dei giovani, la schiacciante preoccupazione per il futuro ed è importante ravvivare il sentimento collettivo». In chiusura il primo cittadino ha fatto riferimento alla figura della santa: «Santa Marina è simbolo di speranza e secondo Sant’Agostino la speranza ha due figli: lo sdegno ovvero l’arguzia nel discernere le cose buone dalle cattive e il coraggio nel produrre cambiamento». Breve l’intervento del parroco di San Giovanni Don Pasquale Sposaro «Attraverso la tradizione si riscoprono le nostre radici e identità. La fede dei padri deve essere ritrovata, purificata e calata nel contesto moderno» ha dichiarato. Il sacerdote della Casa di carità di Tropea Don Giuseppe Blasi nel relazionare ha voluto sottolineare l’eroicità e l’attaccamento dei valori insiti nella santa: «L’attaccamento degli abitanti a Santa Marina si è manifestato anche nei tempi di guerra. Il libro è stato scritto da voi ed emerge la fede, l’amore di una comunità che ha fatto sacrifici enormi pur di rendere omaggio alla santa nel giorno della sua festa». Offre una prospettiva diversa, legata alla devozione dei sangiovannesi, l’osservazione della catechista Marianna Gentile: «Il testo vuole essere conoscenza per le generazioni future affinché riflettano sulla devozione alla santa sopravvissuta alla guerra, alla fame e alla grande povertà. Le piccole cose sono rese grandi dalla forza, dignità e fede di una ‘piccola’ ed esile donna». In chiusura il commosso intervento di Corrado L’Andolina: «Il libro, sosteneva Jorge Luis Borges, è un asse aperto a innumerevoli relazioni e la scrittura lo strumento di speranza. È un atto di resistenza contro la dittatura della modernità e manifesta l’orgoglio della nostra appartenenza. Nella tensione continua tra globalizzazione e realtà locale che porta alla sicura cancellazione delle piccole comunità possiamo apportare il valore dell’humanitas, secondo Terenzio, la solidarietà nei confronti degli ultimi». Ha spiegato l’autore che nell’immancabile confronto con la cultura pagana ha evidenziato: «L’Antigone, la tragedia di Sofocle, al meglio rappresenta la ribellione non solo alla legge del legislatore ma alle convenzioni sociali sbagliate in nome di ideali più alti. La stessa resistenza che si riscontra in Marina, la santa ‘travestita’ che decide nel silenzio di dedicare la vita a Dio, chiudendosi in un convento, in un’epoca in cui alle donne non era concesso prendere i voti». Durante il corso della serata ad accompagnare la voce della poetessa Giusy Staropoli Calafati nell’interpretazione dei versi sulla santa, l’orchestra composta delle giovani ragazze sangiovannesi guidate dal maestro Mercurio Currao. Chiude l’evento, in un’allegra atmosfera familiare, un buffet di dolci preparati dalle massaie del paese.
Pubblicato su Il Quotidiano della Calabria il 16 luglio 2013, p. 25