SANTE, VERGINI E MARTIRI. CONTRIBUTO FEMMINILE CHE TIENE ACCESA LA FEDE
ZAMBRONE Due date da commemorare, per la vergine Santa Marina, patrona della comunità di San Giovanni: 18 del mese corrente e il 17 del mese prossimo. Nei giorni scorsi si è commemorato il giorno di morte della Vergine, consuetudine della Chiesa cattolica, mentre la festa solenne viene celebrata il 17 del mese di Luglio, data della traslazione delle reliquie. Per tale ricorrenza, una santa messa è stata celebrata dal sacerdote don Pasquale Sposaro e subito dopo vi è stato un convegno, organizzato dal comitato festa, sul tema “La santità al femminile sul modello di Santa Marina”. Per il secondo anno consecutivo, la giornata del 18 di giugno lascia spazio alla religione, cultura, tradizione. Ha introdotto il convegno l’avv. Corrado L’Andolina, membro del comitato festa. « Siamo in presenza - ha affermato - di un mutamento epocale, sul ceto sociale, culturale. Spesso al centro di ogni notizia, di cronaca politica,cronaca rosa, nera vi è la donna. È il tempo, dunque,di interrogarsi. Qual è il ruolo della Chiesa che annovera una variegata categoria di sante in questo processo? Da ciò nasce il desiderio di questa chiacchierata». A partire dalla cultura greca che attraverso le tragedie dei drammaturghi si evidenziano figure femminili di grande rilevanza e carattere. L’esempio di Antigone, una figura femminile devota ai propri familiari, che contrappone alla legge del tempo, la sua legge morale e divina. Il desiderio di giustizia la rende coraggiosa, determinata, pronta a morire, immolare la propria vita. Le donne della cristianità, martiri, quali Santa Lucia, Sant’Agnese, o vergini, Santa Maria Goretti, Santa Teresa D’Avila, riformatrici, Santa Caterina da Siena, santi calabresi, Santa Domenica. Tutte donne che hanno saputo tenere accesa la luce della fede nel corso dei secoli. La relatrice del convegno è stata l’insegnate Rosa Alba Nardo. La relatrice dapprima si è soffermata sulla storia attribuita a Santa Marina. Una santa “travestita”, una monaca vissuta in abiti maschili, per poter entrare nel convento e stare assieme al padre celando il suo vero sesso. Ella fu calunniata di una colpa non commessa, ossia quella di essere il padre di un bimbo, di nome Fortunato. Saputa la notizia il padre del convento la allontanò, anche se ella disse di non aver commesso nessun peccato, ma di scontare la colpa attribuitale. Ella crebbe con dolcezza e con l’amore di madre il bimbo Fortunato. Solo alla sua morte nel momento della vestizione i monaci del convento si resero conto della vera realtà e capirono di quale grossa diffamazione fosse stata vittima. La relatrice ha fatto un breve excursus sulle figure femminili importanti all’interno della Chiesa a partire di Maria, Maddalena, Marta,Elisabetta, circa 1500 sono state le donne proclamate sante, beate, venerabili, serve di Dio. L’insegnante Nardo si è soffermata principalmente su 4 figure femminili importanti: Santa Rosa da Viterbo, Santa Maria Goretti, Madre Teresa di Calcutta e Natuzza Evolo. Dopo aver tracciato la storia di ciascuna, partendo dai tempi remoti fino ad arrivare ai giorni nostri con la figura di Natuzza Evolo, ha evidenziato delle assonanze, analogie. «Donne legate dall’amore regale di vita, dal sacramento di Dio verso l’umanità, il senso della fede, equilibrio tra determinazione e umiltà». Il riferimento è stato anche alle donne “sante”, ignote, conosciute ed apprezzate da Dio. «Donne impegnate nella quotidianità, volontarie, missionarie, madri che si immolano per mariti inariditi da vizi, violenti, figli sbandati, donne che hanno saputo tenere accesa la luce della vita». Al termine del convegno vi è stato un eloquente intervento della catechista Antonella Giannino, la quale ha riportato una sua riflessione interiore, la santità della donna nella quotidianità, nel sacrificio di ogni giorno, fino a attualizzare la figura di Santa Marina ai giorni nostri. Un buffet ha concluso l’interessante convegno.
Annalisa Fusca
Pubblicato su Calabria Ora il 20 giugno 2013, p. 28