RITORNA AL SUO SPLENDORE LA CHIESA DI DAFFINACELLO
L’edificio è caro ai fedeli della frazione di Zambrone
Ai tempi di Robert Schuman era «l’Europa delle cattedrali». In epoca moderna, molte chiese sono messe all’asta su Ebay. È ciò che accade in Germania. Il patrimonio della Chiesa tedesca è giudicato il più ricco del mondo, con oltre 500 miliardi di euro. Alla base della decisione di vendita non c’è, pertanto, un problema di natura economica. Le chiese, invece, sono messe all’asta per mancanza di fedeli. Si calcola che in Germania ogni settantacinque secondi, un cattolico perda la fede. La Calabria va in controtendenza. Prova ne sia l’evento che ha interessato la comunità della piccola frazione Daffinacello lo scorso otto maggio. È stata infatti restituita ai fedeli la chiesa sita nell’antico centro abitato. Tale edificio era caduto in disuso, a causa delle precarie condizioni strutturali, il 27 giugno 1981, allorquando il parroco dell’epoca, don Francesco Lo Torto, celebrò il matrimonio di due daffinacellesi: Maria Mazzitelli e Giuseppe Grillo; ultima cerimonia prima dell’attuale restauro. All’epoca, l’amministrazione comunale pro tempore consegnò ai fedeli il suolo sul quale sorse una nuova chiesetta. Ma il cuore degli abitanti del posto ha sempre pulsato per l’antica chiesa. L’idea di adoperarsi per il suo recupero venne segretamente conservata nei pensieri e nel cuore dei daffinacellesi. Questo sogno si è poi tramutato in realtà non appena giunse nella piccola comunità un sacerdote giovane e determinato ad assecondare la volontà dei fedeli: padre Nicola Berardi. E così venne avviata una singolare raccolta fondi. I proventi necessari al restauro, in buona parte, sono stati infatti ricavati dalla sagra che si svolge, da sette anni, nel mese di agosto, organizzata dalla parrocchia. Alla base dell’intervento di recupero c’è anche la manodopera messa gratuitamente a disposizione dalle maestranze del posto. Per onorarne la consacrazione, la celebrazione eucaristica è stata presieduta dal vescovo, monsignor Luigi Renzo, il quale, dopo il rito iniziale di aspersione dell’altare e delle pareti dell’edificio, nella sua omelia, ha messo in evidenza: «Il Signore non può non guardare con predilezione a questa vostra iniziativa, qui c’è la vostra memoria storica, il vostro passato e anche il vostro futuro. La nostra vita deve essere il mezzo attraverso cui Dio possa operare». Il presule, poi, ha aggiunto: «Questo luogo deve richiamare ciascuno di noi alla santità, perché è proprio essa a rendere sacro tale edificio». Durante il rito di consacrazione il prelato ha posto all’interno dell’altare le sacre reliquie dei santi Cosmo e Damiano e di san Lorenzo, sottolineando il solido legame con il territorio. Dopo il suo intervento, il sindaco Paquale Landro ha consegnato, come simbolo di gratitudine, una targa commemorativa a don Nicola Berardi. Ed è stato proprio quest’ultimo, nel corso della cerimonia, a ripercorrere, dettagliatamente, le vicende connesse al restauro della chiesetta. In precedenza aveva pronunciato un discorso dai contenuti toccanti anche Teresa Mazzitelli che in rappresentanza della comunità ha donato una statuetta di san Nicola al parroco. Presenti nella circostanza numerose autorità civili, religiose e militari. Tra le espressioni più significative registrate lo scorso otto maggio: la commozione dell’anziano sagrestano Paolo Mazzitelli visibilmente emozionato da un turbinio di sentimenti sospesi tra presente e passato; la gioia dei fratelli Grillo (Francesco, Domenico, Giuseppe e Nicola) titolari di una ditta operante nel settore edile che ha generosamente e in maniera determinante contribuito al recupero di tale edificio; la soddisfazione raggiante dei Piccolo e, in generale, la letizia nel cuore della popolazione resa tangibile dai sorrisi sinceri ed eloquenti. Il recupero di un edificio di culto merita particolare attenzione, in quanto offre alla liturgia la sua sede “naturale”. Alla vigilia della festa patronale, proprio nella chiesetta di Daffinacello hanno così avuto il loro riscontro spirituale l’affacciarsi del Cielo sulla terra e la prefigurazione terrena della Gerusalemme. Il sacrificio di Cristo ha quindi avuto un’altra incruenta attualizzazione, in una sede piccola per dimensioni ma grande per l’affetto presente.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Cronache Aramonesi settembre 2013, anno IX n. 4