ZAMBRONE SI RITROVA NELL’ATTO DI DEVOZIONE AL SANTO DI CALABRIA
La comunità accende la lampada votiva
ZAMBRONE Il 4 ottobre 1939 papa Pio XII proclamava San Francesco d’Assisi patrono d’Italia. Nella stessa data aveva inizio il rito della lampada votiva che si rinnova senza soluzione di continuità di anno in anno. Nella Basilica di San Francesco, in Assisi, il sindaco del capoluogo d’una regione (che partecipa all’iniziativa tramite il suo presidente) scelta a turno a rappresentare la nazione, riaccende la lampada votiva che rischiara la cripta dove riposano le spoglie mortali del Poverello di Dio. Il rito ha origine da un episodio delle vita del santo. San Francesco, nelle prime fasi della fervente conversione si recava spesso nella chiesetta, limitrofa ad Assisi, dedicata a San Damiano. In quel luogo di culto, ascoltò la voce del Crocefisso che gli chiedeva un restauro dell’edificio. Il biografo Tommaso da Celano scrive che il santo esaudì la richiesta e a tal fine volle offrire «denaro a un sacerdote perché provvedesse una lampada e l'olio e la sacra immagine non rimanesse priva, neppure per un istante, dell'onore di un lume». Sulla lampada, progettata dall’architetto Ugo Tarchi nel 1937, é inciso il verso dantesco “Altro non è che di suo lume un raggio” (Paradiso XXVI, 33) che offre una chiara chiave di lettura sul suo profondo significato. Come e quando è stata istituzionalizzata un’analoga cerimonia in Calabria? Per rispondere alla domanda occorre una breve disamina storica. Papa Pio XII il 27 marzo 1943 con il Breve Apostolico “Quod Sanctorum patronatus” proclamava San Francesco di Paola “Celeste Patrono della Gente di mare di Nazione italiana”. La lampada venne realizzata nell’agosto dello stesso anno da padre Vincenzo Donnarumma dei Minimi. Il 13 ottobre 1946 Adolfo Quintieri, per la prima volta, accendeva la lampada. Nel tempo, il rito ha coinvolto il governatore della Calabria, il quale accompagnato da tre sindaci calabresi, accende la lampada votiva del santo paolano. Quest’anno i tre comuni coinvolti sono stati: Aiello Calabro, San Pietro di Caridà e Zambrone. Un anno particolarmente importante, in quanto, con Breve Apostolico “Lumen Calabriae” del 2 giugno 1962 (esattamente mezzo secolo fa) papa Giovanni XXIII proclamava San Francesco di Paola: “Confessore e Patrono principale della Calabria”.
Missione popolare
Zambrone, poco più di 1850 abitanti in passato viveva solo ed esclusivamente di agricoltura. Nel tempo, l’irreversibile trasformazione socioeconomica ha comportato l’abbandono dei campi. E così, il settore agricolo, rappresenta ormai un segmento marginale dell’economia locale. Uno dei pochi rami che rimane attivo è quello della coltivazione e produzione olivicola. Grazie a ciò e alla devozione per il patrono dei calabresi, nei mesi scorsi le parrocchie hanno raccolto oltre 700 litri di purissimo olio d’oliva, consegnato ai Minimi pochi giorni prima della cerimonia. Il rito della lampada votiva, inoltre, è stato preceduto, il 5 febbraio scorso, dall’arrivo del mantello appartenuto al taumaturgo paolano. Ad esso è poi seguita una missione popolare curata dai padri minimi di concerto con le parrocchie presenti sul territorio coordinate dai tre parroci: don Nicola Berardi (Daffinà-Daffinacello), padre Luigi Scordamaglia (Zambrone) e don Pasquale Sposaro (San Giovanni). Un’occasione di ascolto, confronto ed evangelizzazione.
Partecipazione e ritualità
La consistente adesione all’iniziativa é stata confermata lo scorso 2 maggio. Da Zambrone, infatti, sono partiti otto autobus per un totale di 425 partecipanti. Prima della celebrazione eucaristica, officiata nel santuario di Paola, i tre sindaci hanno versato l’olio nella lampada che è poi stata accesa dal governatore Giuseppe Scopelliti. Il padre provinciale Rocco Benvenuto ha introdotto il cerimoniale ed ha annunciato formalmente che il prossimo anno (dopo che nel 2011 era toccato alla comunità di Zungri) spetterà agli zaccanopolesi donare l’olio votivo (fra i presenti anche il primo cittadino Pasquale Caparra). Monsignor Luigi Renzo ha celebrato messa; un dato storico, perché è la prima volta che un vescovo benedice l’olio durante tale cerimonia. L’omelia è stata intessuta dal padre generale dei Minimi, Francesco Marinelli. Nel suo discorso, il primo cittadino di Zambrone, Pasquale Landro, ha tratteggiato la storia della comunità zambronese. Il primo cittadino ha poi affermato: «San Francesco é molto amato dai miei concittadini. Il santo è un punto di sicuro riferimento per l’intera comunità; emblema di speranza e di amore da porre al servizio del prossimo». Il sindaco ha poi concluso: «Proprio nella spiritualità di San Francesco, Zambrone e tutta la Calabria potranno ritrovare una nuova primavera». Al termine, i frati Minimi hanno donato alle municipalità presenti un quadro raffigurante San Francesco di Paola e una pianticella di ulivo. Il suo significato è chiaro: quando la pianticella diventerà albero e produrrà le prime olive, vuol dire che i tempi saranno maturi per una nuova missione.
Riflessione
Fra i fedeli del Comune di Zambrone la devozione in onore dell’eremita paolano è intensa, specie nella frazione Daffinà che lo festeggia, di norma, l’ultima domenica di maggio. La massiccia partecipazione alla kermesse dà luogo a qualche spunto di riflessione. L’amore degli zambronesi (e dei calabresi in generale) per il santo di Paola deriva dai suoi tratti caratteriali e comportamentali, comuni e diffusi fra i corregionali: caparbio e coraggioso, ma anche umile e generoso. San Francesco è un esempio unico di operosità, impegno morale, essenzialità e anticonformismo. Uno spirito libero che si è alimentato di coerenza ed ha vincolato la pace alla giustizia sociale. È proprio questo il tratto che rende il suo pensiero e il suo esempio attuale. Poco prima che fosse proclamato patrono d’Italia, la “Fides Romana” richiamò la celebre definizione coniata per San Francesco d’Assisi: «Il più Santo fra gli Italiani e il più italiano fra i santi». Parafrasando quella felice espressione, molti, a ragione, affermano che San Francesco di Paola risulta il più Santo fra i calabresi e il più calabrese fra i santi…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 7 maggio 2012, p. 20