L’angolo della cultura
Contaminazioni Ioniche
Con il rinvenimento dei manufatti dell’età Micenea, presso la località “Capo Cozzo”, la storia del territorio Zambronese si arricchisce di nuovi elementi. Esistono poche testimonianze delle civiltà locali. L’analisi delle recenti scoperte archeologiche consente tuttavia di affermare che le popolazioni indigene avevano un elevato grado di organizzazione e civiltà. L’organizzazione politica degli Enotri fu prevalentemente di tipo monarchico e soprattutto federativo: più villaggi correlati da interessi economici familiari e territoriali costituirono e fondarono le “città” nelle quali risiedevano le istituzioni politiche e religiose. Curiosa la “invenzione” dei syssitia (pasti comuni) che, inventati e organizzati nelle terre calabresi, troveranno la loro massima espressione a Sparta in quella che sarà la civiltà più guerriera che la storia antica abbia mai conosciuto. Costituivano l’occasione per rafforzare i sentimenti di appartenenza al gruppo, un mezzo di conoscenza reciproca e una competizione a vantaggio dello stato. Nel suo ultimo lavoro di ricerca archeologica nel territorio Zambronese il professore Marco Pacciarelli parla di un probabile porto nella parte marina, funzionale ad una vastissima area, con la plausibile presenza di una città-stato nella parte interna del territorio. La presenza di una città avrebbe dovuto e potuto intrattenere rapporti con la civiltà Ellenica pre-micenea, con uno sviluppo commerciale tale da coinvolgere le coste e di conseguenza le popolazioni del comprensorio zambronese. Nel sito archeologico locale sono state ritrovate monete del periodo Bizantino, ceramiche e manufatti del periodo Miceneo. Ulteriori scavi per arrivare alle stratificazioni del periodo minoico potrebbero confermare e dilatare il grado di civiltà raggiunto dalle popolazioni locali.
Carlo Grillo
Pubblicato su Cronache Aramonesi, febbraio 2013, n. 2