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Anno 2005
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Referendum, le ragioni di un'astensione
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Editoriale
Referendum, le ragioni di un'astensione
L'imminente consultazione referendaria,segnerà, in maniera indelebile, il futuro della nostra civiltà. La prima cosa che mi colpisce è l’assordante silenzio della classe dirigente locale! Al riguardo, non ho sentito l’opinione di nessuno. Tacciono i professori, i politici, gli industriali, gli studenti, i sindacalisti. Perché? Probabilmente c’è molta ignoranza sulla materia; documentarsi costa troppo tempo e poi, a che pro? Non ci sono posti di sottogoverno da assegnare, non si discute di appalti, di impieghi e quindi, a che serve organizzare una seria e capillare informazione? A che serve mobilitarsi? E invece non è così. Gli italiani sono chiamati a pronunciarsi su quattro quesiti dai quali dipende una parte importante dei futuri equilibri culturali e, quindi, sociali, politici ed economici. Di cosa si parla? Vediamo da vicino questi quattro quesiti: 1) Secondo la vigente normativa, la fecondazione assistita è possibile solo se sono già state effettuate tutte le altre terapie. Si possono trasferire solo tre embrioni e non è lecito verificare (anche se tecnicamente possibile) se siano portatori di malformazioni; 2) E’ fatto divieto di utilizzare ovociti o spermatozoi esterni alla coppia (si tratta della cosiddetta fecondazione eterologa); 3) Non si possono usare gli embrioni per nessun tipo di esperimento; 4) Il concepito è un soggetto di diritto con pari dignità giuridica rispetto ai futuri genitori, pertanto, questi ultimi, non possono rinunciare al trasferimento degli embrioni nell’utero dopo la fecondazione degli ovuli. Se l’elettore vota SI’ chiede l’abrogazione di queste norme; se vota NO, restano in vigore. Personalmente ho deciso di seguire la mia coscienza, disattendendo le posizioni politiche alle quali sono storicamente legato (quelle socialiste). E la mia coscienza mi suggerisce l’astensione. Quindi, non andrò a votare. Non perché voglia astenermi dal pronunciarmi, ma perché spero nel mancato raggiungimento del quorum. In un paese da sempre dominato, o meglio, culturalmente egemonizzato, dalla sinistra, tentare (in un momento di profondo disinteresse per la politica e per la cultura e, quindi, per le sorti del nostro futuro…) di fare una battaglia per il “No” sarebbe stato un suicidio. Tutto ciò la Cei (Conferenza episcopale italiana) lo sa molto bene ed è questa la ragione per cui ha indicato ai fedeli (opportunamente) la via dell’astensione. La mia scelta è di natura etica, morale, culturale e religiosa. Il grande Papa Giovanni Paolo II in una sua enciclica ha detto: “E’ già uomo colui che lo sarà”. La vita, quindi, coincide, per i cattolici, con il suo concepimento. Sotto il profilo scientifico nel momento in cui lo spermatozoo entra nella cellula uovo si forma un programma unico e irripetibile che è il genoma umano di quella persona (non manca, però, chi ha opinioni differenti). Io sono un laico e un socialista. Ma proprio come laico e, ancora di più come socialista, pongo l’essere al centro della vita. L’essere va quindi tutelato sin dalla sua creazione (e cioè dal suo concepimento). E allora occorrerà rispondere con un deciso NO (attraverso l’astensione dal voto): al furore scientista (dogma ancora più spregevole di qualsiasi dogmatismo religioso) che si traduce nell’assurda pretesa, per molti ricercatori, di operare senza nessun limite; alla cultura della morte, per cui “grumo di materia in più, grumo di materia in meno…” non cambia nulla (e invece non è così, perché, in realtà cambia tutto); alla deriva laicista, per cui i figli sono un prodotto e, quindi, come tali vanno trattati. La vita ha origine da un grande gesto d’amore e l’amore per la vita è l’unica regola alla quale un cattolico e un socialista, non possono sottrarsi. Dio non è morto e quindi, non tutto è possibile…
Corrado L'Andolina
Pubblicato nel sito www.aramoni.it a maggio 2005
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