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Anno 2005
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Caro turista
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Editoriale
Caro turista
Caro turista,
Esisti ancora? Hai ancora voglia di venire a Zambrone? Avverti ancora quel legame sentimentale che per anni ti ha fatto amare questo lembo di terra calabrese? Certo, se guardi la campagna e soffermi lo sguardo sui filari di viti con gli splendidi grappoli scuri che pendono e invitano, penserai di trovarti nel posto giusto e se sollevi gli occhi verso le cime degli ulivi e ti senti abbagliato dal giallo delle ginestre, avrai l'impressione di trovarti in un angolo di paradiso e sentirai un senso di gratitudine verso il Padreterno, che qui ha voluto proprio strafare, come assai meglio di quanto io non possa esprimere con queste note, ha osservato magistralmente Leonida Repaci, una delle nostre maggiori glorie letterarie, sebbene poco noto agli stessi Calabresi. Qualcosa mi dice che se esisti ancora non ti sprechi, come una volta, in escursioni nel bosco di querce sulla collina costiera che scorre verso Tropea e trovi sempre più difficile raggiungere la Marinella di Capo Cozzo per fotografare lo Scoglio del Leone. Noterai, infatti, che degli splendidi querceti collinari resta ben poco: tutto divorato dagli incendi sistematici, periodici, implacabili. E la Marinella, già privilegio di pochi, si accinge a diventarlo per pochissimi. Tu stesso, del resto, hai notato che la sabbia della spiaggia non ha più nulla del niveo candore di qualche anno fa, sembra una poltiglia grigiastra, poco invitante, che smentisce seccamente l’antico appellativo di bianche spiagge per cui questi lidi un tempo andavano giustamente famosi. E se decidessi, caso mai, di fare una puntata sulla spiaggia pubblica ti accorgeresti subito che, di fatto, la spiaggia pubblica non esiste più, che tutto il litorale o quasi è stato privatizzato e che, come in altri posti, è stata impiantata anche qui l'economia della bancarella e che, tuttavia, né pubblico né privati, insieme alla bancarelle, hanno mai pensato di impiantare qualche piccolo servizio. Che so? Una doccia, un bagno per piccoli e grandi ma soprattutto per piccoli e donne.
Il meglio, tuttavia, puoi constatarlo la sera quando se decidi di portare la famiglia a mangiare una pizza o ti avventuri a salire verso quella che, contro la storia e la geografia, un segnale stradale indica Zambrone superiore, ti sentirai preso al naso e alla gola dall’impellente necessità di vomitare: è il puzzo prodotto dall'impianto di depurazione, malfunzionante o insufficiente e potremmo aggiungere altre modeste annotazioni che riguardano l'incapacità di organizzare il territorio, di programmarne compiutamente le risorse, di valorizzarne gli aspetti più significativi, quelli, insomma, che trasformano il turismo in lavoro, il lavoro in benessere, il benessere in cultura, la cultura in rinnovamento e volontà di rinnovamento. Rimandiamo la trattazione di questi ed altri argomenti ad altro momento per non allontanarci troppo dal tema che ci siamo proposti e torniamo alla domanda iniziale. Se dovessi trarre le giuste conclusioni del ragionamento di cui sopra, dovrei rispondere che non esisti più o ti si vede molto meno che in passato e queste parole sono parole al vento, assorbite dal calore dell'estate, pronte ad evaporare come l’acqua in ebollizione nell'indifferenza generale. Ma io sono convinto, invece, che esisti ancora e che non sei soddisfatto, che provi un grande disagio nel commisurare ai cambiamenti negativi, apportati dall’avidità e dall’ignoranza, la bellezza dei nostri paesaggi, l'incanto dei tramonti, il fumo dello Stromboli, il luccichio del mare, il fruscio dei pioppi, i voli incrociati di mille rondini, la semplicità degli antichi casolari, l'arroganza ubriacante del cielo blu, il frinire delle cicale, la melodia degli usignoli, il verde aspro della macchia mediterranea e quello tenue del sottobosco…
So bene che le tue preferenze vanno tutte a questi piccoli incanti provvisori e salutari, raffinati come solo la perfezione del Creatore può determinare, godibili come un sorso d'acqua fresca bevuto di getto ad una delle nostre antiche sorgenti e che dentro di te pensi che sì, si poteva fare meglio laddove era necessario intervenire per modernizzare, accogliere, nutrire, ospitare. E so altrettanto bene che la tua presenza si accorcia e talora si fa distratta, fuggevole, più disposta a soffermarsi nell’offerta occasionale: la saga del pesce qui, quella della patata lì, l’altra del dolce nel paese vicino, quella della cipolla più avanti e quella del baccalà più indietro… Ma credi…la Calabria non è questa, anzi è proprio l’opposto.
La Calabria e, prima di ogni altra cosa, natura, quindi spontaneità, semplicità, ospitalità, riserbo e rispetto per tutto ciò che si conosce ma soprattutto per tutto ciò che non si conosce. E' tutt’altro che sguaiatezza e strepito, capriccio e volubilità. Le sagre, quindi, hanno un senso se ne ripropongono lo spirito e la storia, l’umanità e il valore della tradizione, se, cioè, riescono ad offrire un segmento del passato senza attualizzarlo e senza farlo passare attraverso le mode e le logiche del presente. Esse hanno valore se ricostruiscono storia e valori, gusti e atteggiamenti usando, mi si perdoni il brutto americanismo, il know how del passato e i relativi strumenti, i giusti dosaggi di erbe e di ingredienti, in modo da ricostituire una verità inoppugnabile che renda evidente la differenza, ad esempio, tra una pizza cotta nel forno a legna e una cotta nel forno elettrico. E poi, la Calabria è cultura, storia e mito, coraggio e sofferenza, arte e umanità. La puoi scoprire in certi angoli particolari dove le tipologie umane tradizionali resistono alle leggi ferree del consumismo ma la vedi, soprattutto, nella sua capacità di rimanere fedele a se stessa, senza tradire la sua storia e i suoi miti, le sue antiche leggende fatte di pietà e di onore, di silenzi e di solitudini. Tutto ciò che si discosta da questo è, appunto, modernismo più che modernità, scimmiottatura più che verità, sensazionalismo più che originalità. So che ti guardi intorno e cerchi qualcos’altro, oltre che sole e mare, discoteche e mediocri mostre d’arte e d'artigianato e so che sai comprendere a valutare la qualità se la trovi, la spontaneità se l’incontri e l'originalità se ti viene proposta.
Con l’evento che abbiamo faticosamente preparato è proprio questo che intendiamo offrirti. E siamo certi che la nostra volontà si incontrerà con i tuoi gusti e la tua intelligenza. Perciò sappiamo che esisti ancora. Ne siamo talmente certi che contiamo su di te perché ci aiuti nel nostro intento di fondo, che è quello di far conoscere il meglio della nostra regione e del nostro territorio e con il meglio gli sforzi di tutti coloro che lavorano per non farlo sparire.
Salvatore L'Andolina
Agosto, 2005, sito www.aramoni.it
Associazione culturale Aramoni - Storia e tradizioni del popolo di Zambrone
frazione San Giovanni, Viale Antonio Gramsci numero 3 - 89867 Zambrone (VV) - Italia