la riflessione
SE LA FEDE NON DIVENTA VITA NON SERVE A NULLA
“Nel giorno 11 novembre del 1725 si giunse al Casale di Zaccanopoli nella Chiesa Parrocchiale S. Maria ad nives, della quale è Rettore D. Sabatino De Luca, ha reddito di ducati 100, si visitò il SS. Sacramento dell’Eucarestia, che si trovò decentemente conservato in una Pisside argentea; vi è anche un’altra Pisside per portare il Viatico agli infermi”. È questo l’incipit della prima santa visita pastorale documentata su Zaccanopoli. A distanza di quasi due secoli, il solenne appuntamento che è allo stesso tempo religioso e, latu sensu, culturale, ricopre il medesimo fascino e la stessa assoluta importanza. Prova ne è la rilevante partecipazione della popolazione sia fisica che emozionale. Tutti i gesti e le azioni hanno assunto, dunque, i connotati della solennità. Ma non è questo il dato che vale la pena sottolineare a proposito di tale storico appuntamento. Piuttosto, i tanti momenti di confronto e conoscenza che rimarranno scolpiti a lungo nella memoria collettiva del piccolo centro sito alle pendici di Monte Poro. Uno di questi, il confronto del vescovo con la comunità dopo la messa dello scorso sabato. Il suo modo di relazionarsi, specie con i più piccoli, ha fatto conoscere un aspetto caratteriale del vescovo che raramente balza all’attenzione dei cronisti. Ovvero, la sua tenerezza relazionale, sempre equilibrata e riservata. Sorrisi gioviali, risposte semplici e coerenti, pazienza certosina, ampia disponibilità all’ascolto. Doti tipiche di un pastore che interpreta il suo magistero con efficacia propositiva. Tale atteggiamento, con ogni probabilità, è stato anche dettato dall’humus tipico del centro rurale visitato. La contagiosa umanità di questo borgo rappresenta, infatti, una rara pietra miliare in un universo di relazioni sociali (nazionali e internazionali) sempre più sfilacciato. Non sono mancati, nel corso del dibattito, spunti di riflessione approfonditi. Su tutti, il ruolo dei cattolici in politica e un modo differente di esercitare i propri diritti e doveri, da improntare, a giudizio del presule, verso una «cittadinanza attiva». Ma la parte più intensa della sua predicazione è stata riservata alla sfera spirituale. Traendo spunto dalla “Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi” ha affermato: «Se la fede non diventa vita non serve a nulla. La fede significa accogliere la parola di Dio, perché se noi non ubbidiamo a Dio è inutile dire che si ha fede. La verifica -ha chiosato il presule rivolgendosi ai fedeli- la facciamo insieme per guardare dentro, per capire il nostro comportamento. Perché devo ascoltare il Signore, devo conoscerlo, devo amarlo, devo seguirlo? Per costituire il Regno di Dio. Quando verrà il nuovo mondo non lo sappiamo. Ma questa attesa è la riflessione e la sollecitazione che noi dobbiamo sentire nella vita di tutti i giorni. Noi -ha concluso- non dobbiamo pensare al Dio che verrà ignorando la quotidianità». La toccante ed appassionata riflessione supera, evidentemente, i limiti di ciò che è ordinario. Non soltanto sotto il profilo ontologico; ma anche per la profondità di contenuti. Un esempio e uno stimolo, chiarissimi, che s’indirizzano allo spirito di ogni cristiano ma che indicano, altresì, un modus operandi alla società civile (e non solo zaccanopolese): ascolto, logos, proposta, approfondimenti; i pilastri sui quali costruire una nuova dimensione valoriale.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 4 dicembre 2012, p. 34