LA IX EDIZIONE DEL TAMBURELLO FESTIVAL
Strumenti etnici, ballate e tarantelle per richiamare la storia alla memoria
ZAMBRONE A Zambrone anche questa estate il Centro studi umanistici e scientifici Aramoni ha promosso, in un clima di cordialità, cultura e divertimento il Tamburello festival che è arrivato alla nona edizione sotto il titolo “Passate dalla memoria”. Il Centro studi è sorto con l’obiettivo di fare sì che gli zambronesi si riapproprino della storia locale e per combinare e delineare l’identità culturale di Zambrone. In questo contesto, il Tamburello festival contribuisce a far conoscere, divulgare e preservare cultura e usanze locali quali importanti risorse. L’iniziativa unisce la comunità zambronese, rendendola partecipe dei momenti più salienti della sua storia, anche di quelli non scritti nei libri scolastici, che rischiano di essere dimenticati e quindi di essere cancellati per sempre. Le tarantelle calabresi, pregne di forti emozioni, sono uno strumento appropriato per contribuire a legare e far rivivere memorie, usanze e costumi della comunità. La manifestazione, diventa quindi mezzo per far conoscere gli strumenti più tipici della tradizione musicale calabrese. La Calabria é, infatti, terra di zampogne nelle sue numerose varianti della pipita (o ciaramella), lira (antenato del violino), organetto, tamburo a frizione, chitarra battente ma, soprattutto del tamburello, il più antico, esistente già nel VI secolo a.C. Il Tamburello festival si inserisce in questo contesto, diventando un vero e proprio festival di musica etnica calabrese, in cui la tarantella diventa allegria e gioia sentita, partecipata e contagiosa. Al Tamburello ha primeggiato la tradizione di gastronomia locale. Molti, anche, gli artisti e i maestri artigiani che hanno ornato i luoghi dell’evento esponendo le loro creazioni: zampogne e pipite del maestro Pasquale Lorenzo, i tamburelli di Bruno Pitasi e Andrea Anghelone, i saponi all’olio di Fiorella Restuccia, i cesti in vimini di Antonio Cosentino, le produzioni in terracotta di Rocco Cunsolo, i velieri di Antonio Varrà e i dipinti di Antonietta Mamone, le sculture di Tonino Gaudioso e i manufatti dell’associazione “Calabria etnica”. Il tutto condito dalla musica dei famosi e originali gruppi: Officina Kalabra, Dericati, Salvatore Megna, Lisarusa, Radici Calabre. Non sono mancati gli spettacoli dei giocolieri (mangiafuoco Dodoydudupromo), la danza dei giganti di cartapesta Mata e Grifone e del camejuzzu. Al termine della serata Corrado L’Andolina è intervenuto per i ringraziamenti e per ricordare due sostenitori di tutte le iniziative dell’associazione scomparsi di recente: Rosa Morello e Domenico Varrà. Un successo senza precedenti, per il festival, stando alle dichiarazioni di L’Andolina: «Nell’arco dell’intera serata si sono registrati circa 14mila contatti complessivi con una punta massima intorno alle 24:00 con circa 8 mila presenze simultanee». Anche le aree di parcheggio, otto in tutto, hanno ben funzionato. L’ordine pubblico è stato assicurato, nella serata, dai vigili urbani con l’ausilio dei carabinieri di Zungri e della Protezione civile. Presente anche la Croce Rossa di Vibo Valentia.
Antonio Grillo
Pubblicato su Tropea e dintorni, anno V, n. 56, ottobre 2012, p. 10