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Il cammino della comunità di Zambrone, fra detrattori e amanti della lettura
Il cammino degli "Aramonesi"
Buona regola giornalistica è non interessarsi a vicende da cui si è direttamente o indirettamente sfiorati. Infrangere le norme, qualche volta si può, anzi, si deve. Perché? Per dare alla lettura dei fatti una prospettiva tosta, anche se partigiana. Tutto qui. Da dove nasce “Cronache Aramonesi”? Nel corsivo contenuto nel primo numero risiede la risposta: “Dal bisogno di offrire un contributo di pensiero, prospettive e confronto alla comunità zambronese”. Insomma, l’iniziativa costituisce l’ennesimo colpo di testa di un gruppo minoritario della popolazione, profondamente testardo, convinto (chissà perché) di dovere assolvere a una missione laica. Dopo il primo numero non sono mancate le polemiche che si sono trascinate fino alla successiva edizione. Inevitabile, considerate, da un lato l’inesperienza e dei suoi collaboratori (nessuno dei quali giornalista) dall’altro, la sorpresa di interlocutori chiamati a misurarsi con un fenomeno cultural-politico del tutto nuovo. Nel tempo (quattro anni) il periodico è migliorato, sia dal punto di vista grafico che di metodo e contenuti. Esso è distribuito in modo capillare. Il rituale prevede la distribuzione a Zambrone e nelle sue frazioni, San Giovanni, Daffinà e Daffinacello, al termine delle messe domenicali. Per l’occasione, si scomoda, niente popò di meno che il presidente dell’associazione editrice. Qualche copia viene lasciata nei bar e nei vari negozi. Si può serenamente affermare che circa il 90% della popolazione viene inondata dai fogli bianco-verdi prodotti dal Centro studi umanistici e scientifici “Aramoni”. Qualcuno, lo usa in modo differente da quello per cui è stato concepito. Qualcuno si accosta con diffidenza. Molti lo detestano. Altri lo divorano in breve tempo. Altri, lo leggono con calma, degustando ogni suo parola come si fa con un buon vino d’annata. L’aspetto più curioso sono le critiche. “Troppo politico, aspro, polemico” denunciano i detrattori. Ad essi fanno da contraltare altri maldicenti, che sentenziano: “Macché, troppo moscio”. Poi ci sono i lettori pretenziosi. “Perché l’associazione a tutela del fico d’India è stata trascurata?”. Quelli sorprendenti: “Io conservo tutte le copie come dei piccoli gioielli”, che esagerati ! Infine, quelli romantici: “Il giornalino -lo chiamano così- ci obbliga alla lettura, in qualche modo cambierà il paese”. Romantici, appunto. Come si finanzia il “giornalino”? Tanto per stroncare sul nascere ogni insorgenza patologica di natura diabetica. Si assicurano i suoi “antipatizzanti” che la Cia non c’entra nulla ! In realtà, il costo è limitato (trattasi di dodici pagine in formato A4 e bicolore). Qualche abbonato versa regolarmente la sua quota, per il resto si provvede col regime dell’autofinanziamento. Le Istituzioni potrebbero fare qualcosa; “La speranza -recita un adagio popolare - è l’ultima a morire”. L’ambizione dei suoi organizzatori è produrre un periodico vivace, trasgressivo, pungente, tagliente, ma sempre rispettoso di tutti e di tutte le posizioni culturali e politiche. Il “giornalino” della comunità di Zambrone. Una sfida quasi proibitiva. E non per chissà quali misteriose ragioni, ma perché in epoca di “dittatura del relativismo” c’è spazio solo per il game boy e la tv satellitare, per le veline e i tronisti, per i motori e i motorini. Giornali e giornalini, presto saranno consultabili solo su Internet. Una tragedia annunciata. Perché il numero dei lettori, di coloro cioè che vogliono sapere e capire cosa accade intorno a loro, sarà destinato ad assottigliarsi sempre di più. La valanga indifferentista mieterà altre vittime. Soprattutto, però, diminuiranno gli amanti della poesia. Che c’entra? Ritornano alla mente le parole di Marcel Proust: “Si leggono i giornali nello stesso modo come si ama: con una benda sugli occhi. Non si cerca di capir i fatti. Si ascoltano le dolci parole del capo redattore come si ascoltano le parole della propria amante”. Nessuno, per favore, si monti la testa!
Pubblicato su Calabria Ora l’11gennaio 2008
Associazione culturale Aramoni - Storia e tradizioni del popolo di Zambrone
frazione San Giovanni, Viale Antonio Gramsci numero 3 - 89867 Zambrone (VV) - Italia