l’intervento
«LA POLITICA SI RINNOVI ALTRIMENTI PER L’ITALIA INIZIERÀ L’AGONIA»
I mezzi di comunicazione di massa (tranne rare eccezioni) sono molto distanti dai drammi profondi che vive la gente. Si parla solo di spread, alleanze politiche, legge elettorale, partiti ormai consunti e poco credibili, alleanze moderate, blocchi di centro o di centrosinistra, ma non si comprende quale possa essere un progetto politico che rinnovi veramente l’Italia in una Europa democratica. L’Italia, ormai frantumata è insidiata da individualismi leghisti e localistici, da liste civiche che affondano ancor di più il nostro Paese. Occorre invece una grande ripresa nazionale che, come fu nel dopoguerra, sprigionò l’orgoglio, la dignità, il lavoro, il civismo e la solidarietà di un popolo, impegnato a ricostruire interi paesi e città. Era un’Italia povera, distrutta, ma tesa al futuro, ricca di idee e di progetti di grande spessore laico e religioso. I diciotto anni dei governi Berlusconi ci hanno lasciato una classe dirigente ubriacata di liberismo che ha contaminato tutti i campi della politica e della società, producendo egoismi e personalità mediocri non degni di una nazione europea. Si è diffuso nella società un pensiero che riduce la vita a impulsi biologici, senza la ragione della libertà e la responsabilità nell’educazione di un popolo. L’uomo non è come gli altri esseri viventi, egli pensa e si domanda il perché delle cose che avvengono che non si possono spiegare con delle formule tecniche e con i pareggi di bilancio. Occorre pertanto un grande movimento unitario che trovi la sua ragion d’essere nei bisogni reali della gente di una nuova generazione “perduta” come dice Monti, ma che Berlinguer aveva definito: “Il termometro delle possibili tendenze evolutive della società” cioè delle migliori risorse umane di questo Paese, ricco di tradizioni diverse e di culture particolari. L’Italia deve intraprendere un percorso che trasformi le diversità e le differenze territoriali ed economiche in una grande risorsa di identità nazionale che è stata distrutta dal pensiero neoliberista che ha cancellato le ideologie del ‘900 ed ha creato una nuova ideologia, quella del capitalismo selvaggio, la cosiddetta globalizzazione, un progetto di subordinazione di grandi parti della società al dominio dei gruppi finanziari protesi alla produzione della ricchezza sempre più indipendente dell’economia reale. Senza il lavoro e con il solo mercato la crescita non ci sarà ed il declino sarà inevitabile. Se le forze politiche non avvertono i profondi disagi della gente, saranno i notai dell’agonia del nostro Paese. Se il bisogno di rinnovamento si farà strada nella società, cioè forse non avverrà e potremmo avere una rappresentanza democratica vera e reale al servizio della democrazia e della Repubblica.
Gerolamo Caparra
Pubblicato su Clabria Ora il 9/9/2012, p. 27