Zambrone. Tradizione e innovazione, il Tamburello Festival alla nona edizione
FOLK-REVIVAL TRA PASSATO E FUTURO
L’associazione Aramoni potenzia la formula: tre gruppi per la serata del 18
ZAMBRONE - Giunto alla nona edizione, il Tamburello Festival di Zambrone è diventato un appuntamento da non perdere. Il successo delle precedenti edizioni testimonia l’ottima scelta di una formula che mette insieme musica e gastronomia regionali, divertimento e cultura, tradizione e innovazione. Il gruppo di lavoro del Centro studi Aramoni, guidato da Corrado L’Andolina, individua momenti e passaggi della storia locale e dell’area di riferimento e li ripropone sotto forma di spettacolo chiamando gruppi musicali esperti nella ricerca e nell’esecuzione di musica popolare. Di volta in volta cambiano i temi scelti e si va così dalla classica “tarantella riggitana” ai ritmi che evocano miti e leggende, storie d’amore e di religiosità. Il tutto ovviamente eseguito con gli strumenti della tradizione. E’ un susseguirsi di ritmi avvolgenti e trascinanti che scuotono la platea, soprattutto quella giovanile, che si scatena nel ballo con una passione ed uno spirito che induce l’osservatore a riflettere sul valore unificante della musica. Tanto più che l’organizzazione punta sull’avvicendarsi di gruppi diversi con pochi minuti di intervello tra un’esibizione e l’altra. Non vi sono discorsi, non vi sono presentazioni più o meno ufficiali, non vi sono autorità da additare al pubblico come benefattori o amici finanziatori giacché l’organizzazione funziona su base volontaria e attraverso modeste forme di autofinanziamento e il sostegno dei piccoli imprenditori locali. In compenso si registra un’affluenza di pubblico eccezionale che occupa le gradinate dell’anfiteatro e le due piazze confinanti. Quest’anno l’Associazione Aramoni ha voluto compiere uno sforzo ancora maggiore rispetto al passato proponendo per la serata del 18 agosto, ben tre gruppi, ciascuno con la propria specialità. I Dericati, che, come si evince dal nome, si richiamano al valore delle radici di civiltà e di cultura della nostra storia estendendo la ricerca alle varie forme di racconto cantato e musicato anche al di là della tarantella. I Lisarusa sperimentano invece l’innesto della tradizione sull’evoluzione musicale attraverso il tempo, senza mai perdere di vista tuttavia né la tematica storico-musicale della regione né il collegamento con il presente e la sua realtà, verso la quale lanciano il loro messaggio di speranza per questa terra. Le Radici Calabre, unendo la passione di un gruppo di giovani studenti dell’università di Calabria provenienti dalle cinque province, per la musica popolare sperimenta nuove sonorità intrecciate a quelle offerte dagli antichi strumenti. Infine Salvatore Megna, u cantaturu, ossia colui che racconta attraverso il canto, accompagnandosi con la sola chitarra battente ed esprime con il canto epos e drammi di una terra che non è ancora stata scoperta come merita. Davvero un appuntamento che offre a Zambrone un’occasione davvero unica per chi ama e vuole conoscere la Calabria. Anche dal punto di vista gastronomico e dolciario.
p.c.
Pubblicato su Il Quotidiano il 15/8/2012, p. 24