DON GIOSY CANTA LA PAROLA DI GESÙ
Zambrone accoglie il sacerdote interprete della musica leggera cristiana
ZAMBRONE Don Giosy Cento è un sacerdote particolare; non si limita a predicare la parola di Gesù, la canta… E lo fa (da quasi quaranta anni) sulla base di una solida miscela intrisa di spontaneità e professionalità, passione e rigore, spirito sobrio e gaudente allo stesso tempo. La semplicità e la sua vis comunicativa davvero uniche. Don Giosy è un grande interprete della cosiddetta “musica leggera cristiana”; ma, soprattutto, è un grande interprete della vita. La sua principale dote, l’efficacia relazionale. La conoscenza con questo particolare reverendo lascia il segno e incide sulla coscienza e sul cuore dell’interlocutore, complice il suo sorriso sornione e totalizzante. Don Giosy Cento si muove in un mondo difficile, che la contemporaneità é portata a rimuovere: quello della sofferenza. Se c’è una famiglia da consolare per la perdita di un proprio caro o un ammalato da assistere, il reverendo non si tira mai indietro. Insomma, la sua risulta davvero una figura carismatica, la quale trasmette serenità e voglia di vivere e che fa dell’amore verso il prossimo non un’astratta buona intenzione, ma un reale percorso di vita. Lo scorso 16 luglio ha cantato le sue canzoni per il pubblico di San Giovanni di Zambrone, nell’ambito dei festeggiamenti in onore della Madonna del Carmelo. In precedenza aveva cenato presso una famiglia del posto. Durante il convivio ha risposto, nel corso di una lunga chiacchierata, ad alcune domande. La prima, ovviamente, è sul pontefice e il suo rapporto con gli uomini di chiesa.
Per un sacerdote, il papa è la figura principale di riferimento. Cosa ama di Benedetto XVI?
La coerente dottrina e la sua impareggiabile signorilità.
L’Italia è diventato un Paese triste?
Sicuramente é meno esplosivo e molto preoccupato del suo futuro.
E la Calabria?
È una regione unica. Lo è per la sua gente ospitale e generosa. Amo i calabresi perché hanno nel loro volto il segno pulito della sofferenza. I suoi panoramici, poi, sono davvero di una bellezza maestosa.
Ha conosciuto Natuzza Evolo?
Certo. Con lei, avevo instaurato un rapporto di familiarità. A mio modesto avviso Natuzza era una santa che ha visto Dio e lo ha testimoniato con semplicità.
Come è nata la passione per la il canto?
Ad un certo punto della mia vita avvertii tanta stanchezza. Ricordo che una sera me ne andai a letto cantando “Acqua azzurra, acqua chiara” di Lucio Battisti. Al risveglio, però, mi erano rimaste in mente le parole di quella che poi fu la mia prima canzone. Come se fossero state ispirate da una forza misteriosa…
E qual era questa canzone?
La intitolai “Emmaus” e la prima strofa era questa: “Tu sei un uomo come noi/ Tu fai la strada con noi/ E ci domandi perché non crediamo al Tuo amore//.
Cos’è la canzone per don Giosy?
Una via per comunicare valori e impulsi di speranza. Con la canzone aiuto la gente a fare festa nella Chiesa.
Perché non è mai stato a Sanremo?
Perché preferisco essere qui, a mangiare le deliziose e genuine prugne della Calabria…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 20 luglio 2012, p. 32