il commento
MEGLIO LO “STRUZZISMO” CHE IL FRASTUONO DELLA VERITA’
La vicenda della determinazione numero 12 del 3 febbraio 2012 della Provincia impone qualche riflessione; specie sul rapporto tra politica, giornalismo, sindacati, comunicazione, informazione ed equilibrio. Al riparo, s’intende, da improbabili sofismi, sterili legalismi, noiosissimi sociologismi e accigliati rigorismi. La prima impressione è che nella stanza dei bottoncini, avanzi una nuova idea del giornalismo sintetizzabile nel motto: «tacere, tacere, tacere». Ma si tratta di una semplice sensazione. Per carità, nessuno ipotizza editti bulgari e similari amenità. A scanso di equivoci: la libertà d’informazione è viva e vegeta e gode di straordinaria salute. Piuttosto c’è la percezione di un significativo stimolo allo “struzzismo” (mettere la testa sotto la sabbia per non affrontare la realtà). Non si può escludere che nei rappresentanti di certa classe dirigente, avanzi una più plausibile alternativa: stilare, rapidamente, un nuovo codice comportamentale del buon giornalista di provincia che potrebbe essere circoscritto all’approfondimento di argomenti di cruciale importanza. Quali? Prima di tutto ci sono le sagre, con i loro «prodotti tipici locali» e l’immancabile «buon vino locale». Poi si potrebbe pensare a una più adeguata disamina di processioni e feste patronali, mettendo in giusto risalto l’accensione del cero votivo da parte dell’illustre primo cittadino. Infine, gli impressionanti flussi finanziari che da ogni dove sorreggono i futuristici progetti elaborati presso gli enti locali. Di tanto in tanto, giusto per offrire qualche curiosità al lettore, propinare con dovizia di particolari la notizia dei cinghiali che fanno razzie nelle campagne. In aggiunta, il grande evento organizzato col sostegno della comunità europea e dell’Onu che a fronte dei suoi tre miliardi di euro spesi per l’occasione ha radunato in piazza, contemporaneamente, duecento persone. Fintanto che l’informazione spazia in tali ambiti (si ribadisce, per taluni, forse…comunque suscettivi di più ampia trattazione) panta rei. Ma poi, il web offre notizie che volenti o nolenti vanno trasferite nelle pubblicazioni cartacee. E qui scatta il dilemma: censura oppure no? Interpretazione estensiva o restrittiva? Apertura e prima pagina o trafiletto in ultima? Domande cui ha dato puntuale riscontro una giornalista con una linearità disarmante tanto da assumere i connotati dell’apocalittica eresia! L’indagine sulla determina 12/2012 nel silenzio delle tiepide giornate di fine inverno ha assunto i connotati del dolce frastuono… della verità. Effetto della schiettezza e professionalità femminile, sempre una spanna sopra a quella del sesso diversamente gentile. Il comportamento della giornalista di CO ricorda quello del bambino protagonista della fiaba di Andersen “Il re è nudo!”. Non sarà l’incipit della “primavera vibonese”, ma pur sempre un raggio di sole nell’oscurità dell’indifferenza.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora l’1 marzo 2012, p. 28