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Anno 2008
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Ultranovantenne salvata in sala operatoria
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C'è anche buona sanità
Ultranovantenne salvata in sala operatoria
Cosa succede se un’anziana signora ultranovantenne è colta da un blocco intestinale? Il più delle volte vuol dire che la sua vita terrena è giunta alla fine. Se ciò non accade, si può parlare di un piccolo miracolo. Se poi si verifica anche per il puntuale intervento medico dei sanitari, la notizia assume un significato particolare. I fatti. Qualche giorno fa M.A. residente in una frazione di Zambrone, giunge presso il presidio ospedaliero di Tropea. Le sue condizioni di salute sono disperate. Ricoverata nel reparto di Medicina, la situazione appare critica. I sanitari con eccezionale tempismo avviano le terapie nella più scrupolosa osservanza dei protocolli. M.A. viene così strappata a un destino triste che solo poche ore prima sembrava ineluttabile. Ma ciò non è sufficiente a dichiararla fuori pericolo. Anzi, il quadro generale è buono, ma senza un intervento chirurgico, i tentativi di mantenere in vita l’anziana signora zambronese, si riveleranno vani. Si decide, così d’intervenire. L’equipe nella sala operatoria è diretta dal chirurgo Francesco Tripodi. La paziente, potrebbe non farcela, ma non c’é alcuna alternativa all’intervento chirurgico. Il quadro era aggravato dal fatto che la paziente presentava un infarto dell’arteria mesenterica che nutre gran parte dell’intestino. In caso di suo infarto, se non si interviene con prontezza e professionalità si crea una situazione incompatibile con la vita. Alla paziente venivano asportati circa cinque metri di intestino; nonostante ciò, grazie al continuo controllo dei sanitari e degli infermieri e al calore dell’intera famiglia riunita al suo capezzale, il decorso post-operatorio è risultato più che soddisfacente. L’operazione si è risolta positivamente. La soddisfazione del dottore Francesco Tripodi è enorme. Al pari di quella dei familiari di M.A. che, con buone probabilità, potranno festeggiare con lei anche il prossimo santo Natale. Una sua parente ha dichiarato: “Questo è il regalo più bello che il Salvatore poteva offrirci”. Poi giungono parole di lode verso i medici: “Nel presidio di Tropea -ha aggiunto- abbiamo incontrato un personale medico e paramedico preparato e comprensivo. A loro e, in particolare, al medico chirurgo Francesco Tripodi saremo eternamente grati”. Il ricercatore Silvio Garattini ha scritto: “La medicina dei giorni nostri è molto spesso ingiusta perché tende ad abbandonare coloro che hanno più bisogno d’aiuto”. A Tropea, sembrerebbe registrarsi una piccola ma significativa smentita di tale assunto.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 13 dicembre 2008, p. 36
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