dell’opposizione
E IL GRUPPO TRIPODI SI DICE PRONTO AL DIALOGO
RICADI Mentre il gruppo “Scopelliti presidente” grida al «tradimento» e svela agli elettori i retroscena del «ribaltone», la lista “Ricadi libera” -ossia Nicola Tripodi, Michele Mirabello e Rino De Carlo- subodorando l’opportunità di un nuovo accordo, si precipita a precisare la sua posizione politica senza tralasciare di proiettarla nel futuro. Il senso del documento, in realtà, si capisce sin dalle prime righe, e in particolare da quelle con cui viene sottolineato «il senso di responsabilità e il coraggio politico del sindaco Giuliano, il quale -si legge- senza andare troppo per il sottile, soprattutto senza attardarsi in sterili trattative ha portato la crisi interna alla propria maggioranza in consiglio, discutendone gli aspetti più delicati pubblicamente, ed assumendo senza infingimenti posizioni difficili e delicate». Una cosa «non da poco» per i tre che, sfruttando l’aut aut del primo cittadino - «o si chiude qui e quindi alle urne in primavera, o si apre una fase nuova, con la corresponsabilità dei gruppi consiliari d’opposizione»- mettono il carico sul tavolo e annunciano di «voler verificare in concreto come si appaleserà la disponibilità del sindaco ad aprire il dialogo» con loro. Il tutto, ovviamente, tenendo sempre presente «l’interesse comune e la salvaguardia del bene del territorio», stesse cause che a sentire i consiglieri avrebbero «di fronte all’incomprensibile fuga dalle responsabilità del Gruppo Scopelliti», fatto da base alla decisione di «mantenere il numero legale e favorire, con l’astensione, l’approvazione dell’assestamento di bilancio» nel corso dell’ultimo consiglio. Insomma, le porte, sia per il primo cittadino che per quel che resta della maggioranza della maggioranza, restano aperte, quanto meno per «verificare se sussistono le condizioni per un dialogo e per la condivisione di un percorso programmatico comune». E questo perché forte è la convinzione che «l’epoca dei ricatti, dei biechi trasformismi, della politica degli interessi di bottega, del qualunquismo e della più antica forma di clientelismo spicciolo a Ricadi è definitivamente tramontata. Così come fuori dai giochi resterà chi ha pensato di anteporre i propri interessi a quelli della comunità e chi ancora pensa che il paese possa essere etero diretto o commissariato da personaggi peraltro non all’altezza del compito che si erano illusi di potersi autoconferire».
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 30 novembre 2011, p. 37