Un viaggio alla scoperta della ricchezza dei nostri fondali e delle nostre spiagge
CARTOLINE DELLA COSTA ZAMBRONESE
Nelle fredde giornate invernali, l’occasione per un viaggio ideale lungo la fascia costiera locale riscalda il cuore e l’immaginazione. Punto di partenza, Capo Cozzo; e nel fare riferimento a ù Cozzocapo non si può non parlare della piccola spiaggia sotto la falesia, racchiusa tra il Capo stesso e lo sperone roccioso che la separa d’à Marinèja (la Marinella). Tutti i zambronesi conoscono la doppia corrente di pensiero, chi per la sua giornata di mare si ritrova sutta ‘ò Capo e chi à Marinèja, sembrano due mondi lontani ed inconciliabili, eppure sono due angoli della costa zambronese adiacenti. Abbarbicate tra le rocce della falesia si nota qualche pianta di fico d’India, cespugli di rovi, piante di ginestra che nelle fenditure hanno trovato il loro habitat vitale. Habitat vitale anche per la Posidonia oceanica che è una pianta acquatica, endemica del Mar Mediterraneo, appartenente alla famiglia delle Posidoniacee (Angiosperme Monocotiledoni ). Nella parte denominata marinèja si registra la presenza dell’Ammofila arenaria, che è una pianta erbacea della famiglia delle Poaceae, diffusa nel bacino del Mediterraneo ed è stata introdotta negli altri continenti per stabilizzare le dune di sabbia, pertanto ora si trova sulle dune costiere di tutto il mondo. È una pianta perenne con lunghi rizomi orizzontali e verticali, forma cespugli fitti, ha foglie di colore grigio-verde, rigide, lineari e sottili, con una struttura cilindrica ed un apice pungente. Superato quello che idealmente segna il limite della Marinella, si giunge ‘à Timpa 'ì Cani (rupe, falesia dei Cani). Da questo punto sino alla foce del Potàme la costa è esclusivamente rocciosa. Si raggiungono, di seguito, gli scogli di San Salvatore; scomparsa la sabbia che ne faceva una caratteristica spiaggetta, restano gli scogli anche di notevole dimensioni. Nascosto, perché in parte sommerso ed in parte sotto altri scogli, c’è un agglomerato lavico che per effetto della conformazione, combinata all’azione erosiva del mare ha creato una piccola grotta, denominata 'à grutticèja. L’azione degli organismi marini ha colorato la parte sommersa di un rosa variegato caratteristico, cui si aggiungano i soliti organismi marini, come le attinie, comunemente chiamate pomodori di mare. La colorazione varia dal bianco al violetto verdognolo, mentre le punte sono rosa-violette per la presenza di Zooxantelle. Se poi si alza lo sguardo sulla linea della costa si può notare l’inconfondibile profilo d’a Pòsticeija (letteralmente, “piccola posta”) che con la Timpa ‘ò Corvo (rupe, falesia del corvo) è il passo obbligato che ci introduce verso il confine comunale con la valle del Potame. In questo tratto di costa c’è una regina, comunemente chiamata Scojj'à Monaca (scoglio “la monaca”), posta a poca distanza col confine che separa il comune di Zambrone con quello di Briatico.
Carlo Grillo
Pubblicato su Cronache Aramonesi, p. 16, novembre 2011, anno VII, n. 2