il dibattito
L’ATTUALITA’ DELL’OPERA DI STRATI
Studiosi e istituzioni hanno ricordato a Tropea la figura dello scrittore
di VITTORIA SACCA’
INTERESSANTE convegno, quello che si è svolto presso il museo diocesano. L’opera dello scrittore calabrese Saverio Strati è stata rivisitata da personalità del mondo della cultura. L’evento è stato organizzato dal centro studi umanistici e scientifici Aramoni di Zambrone, presieduto da Corrado L’Andolina e realizzato grazie al Fondo unico regionale per la cultura. L’intento era quello di approfondire la conoscenza di tutta l’opera letteraria di Saverio Strati, nonché di divulgarla. Sono seguiti i saluti del vicesindaco Massimo L’Andolina che ha ringraziato l’associazione per l’iniziativa. Beatrice lento, dirigente dell’IIS di Tropea, ha sottolineato che gli studenti dell’ultimo anno già hanno effettuato un mese di studio e porteranno l’opera di Strati agli esami di maturità. Sono seguiti i saluti del dirigente dell’istituto comprensivo Francesco Laganà che si è soffermato sull’opera di Strati., strumento prezioso per la formazione dei ragazzi poiché dalle sue opere si evince anche l’importanza dello studio per la vita di ognuno. Giuseppe Rando, ordinario di Letteratura Italiana presso l’università di Messina, facoltà di Lettere, ha messo in evidenza la potenza della parola, quindi l’originalità della scrittura in Saverio Strati che ha inteso recuperare volutamente il linguaggio dialettale seguendo l’esempio di Giovanni Verga per la sua Sicilia. Secondo rando, “Il selvaggio di Santa Venere” è il capolavoro dello scrittore calabrese, che è come un padre che custodisce le nostre radici, un innamorato della sua terra e come tale la canta così com’è, senza nascondere nulla. La potenza della sua scrittura letteraria, ha aggiunto Rando, va oltre i confini della terra di Calabria. “Egli è uno scrittore italiano, anzi europeo”. È seguito l’intervento di Pasquino Crupi, critico letterario e studioso del pensiero calabrese, che ha dedicato a Saverio Strati recensioni e approfonditi studi. “La letteratura calabrese –ha detto tra l’altro- non fa parte di una letteratura minore, di quarta serie, ma è il profilo nazionale e transnazionale” ed ha ricordato che nei primi secoli gli scritti erano in greco o in latino. Strati, dentro la letteratura è come un “sovvertitore”. Nella sua opera vi è una lingua italiana con il dialetto, cosa di cui altri scrittori hanno avuto “orrore”. Egli ha poi trasformato il mondo contadino “inchiodato alla terra” in quello costretto ad emigrare, affrontando i tanti problemi della Calabria. Anche quello della criminalità organizzata che aumenta man mano che la Calabria si spopola a causa dell’emigrazione, passando dal sentimento di pietà allo sfruttamento. “Strati è un narratore omerico, tempestoso, uno dei più grandi narratori del novecento”. Francesco Lesce, ricercatore all’Unical, dopo avere parlato di Strati, si è anche soffermato sull’importanza della musica e dei canti tradizionali, perché nascono da una visione della vita reale che trova la sua espressione nel ballo o nel canto come un rituale. Ha poi esortato un ritorno alla memoria, perché il passato non va dimenticato. Infine, una standing ovation per Peppe Voltarelli al termine del suo recital durante il quale ha parlato del suo incontro con Strati. Appassionando il pubblico presente ha raccontato e cantato, accompagnandosi con la sua chitarra, spaccati i vita tipicamente meridionali. Tutti i partecipanti al convegno, hanno avuto in omaggio il libro di Strati “I cari parenti” pubblicato dalla Regione Calabria. Il convegno è stato arricchito dalla mostra delle opere del pittore tropeano Lorenzo Albino e dalle pipite e zampogne curate dal maestro Pasquale Lorenzo, da Parghelia.
Pubblicato su Il Quotidiano della Calabria il 25 ottobre 2011, p. 54