LUIGI RENZO: «ORA ELISA VIVE NELLA CASA DI DIO»
Zungri, la comunità vicina al dolore della famiglia Arena
ZUNGRI Ci sono dolori che non conoscono la parola «fine». La perdita di una figlia, di una sorella, di un’amica è uno di quelli. Sono trascorsi pochi giorni dal terribile incidente che ha strappato alla vita Elisabetta Arena. Un sinistro stradale verificatosi intorno alle otto del mattino, sulla strada provinciale che collega la frazione di Zambrone, Daffinacello, con Parghelia. L’interrogativo che si pongono tutti è se questa tragica vicenda potesse essere evitata. Difficile offrire una risposta. Di sicuro, l’immagine di Elisa, ragazza dal volto candido di soli ventuno anni, occupa i pensieri di tutti gli astanti. Ed erano davvero molte le persone presenti alla messa in suo suffragio che è stata celebrata lo scorso sabato sera nel santuario della Madonna Santissima della Neve. In apertura del rito, il parroco del posto, don Felice La Rosa ha rimarcato come «la giovane si stava recando al lavoro. Ma un destino infausto le ha impedito di giungere a destinazione». Il reverendo ha poi rivelato un aspetto poco conosciuto della giovane. «Elisa -ha affermato- seguiva un gruppo di preghiera. Recitava il rosario ogni sera. Affidava le sue suppliche alla Madonna. La sua fede sia di conforto a quanti continueranno a pensarla e a volerle bene». Infine, rivolgendosi al vescovo, monsignor Luigi Renzo, ha chiosato: «Noi tutti abbiamo bisogno di lei e della sua profetica parola». Nel giorno del letale sinistro, la parrocchia, coadiuvata dall’amministrazione comunale, avrebbe dovuto celebrare la “Giornata diocesana per la salvaguardia del creato”, alla quale era prevista anche la presenza del presule. L’iniziativa è stata immediatamente annullata. Lo scorso giovedì, data del funerale, il vescovo era lontano dalla sede vescovile per pregressi impegni connessi alla sua attività pastorale. Per tale ragione ha fortemente voluto essere presente alla messa dell’altro ieri. Un gesto di amore verso la famiglia che ha commosso l’intera popolazione. Nella sua articolata omelia, il vescovo ha sottolineato: «Ringrazio la famiglia per la sua testimonianza di serenità e ringrazio il Signore per la forza che infonde alla famiglia. Sicuramente dietro tutto ciò c’è lo zampino di Elisabetta. Nella vita -ha aggiunto- succedono fatti inspiegabili. In alcuni casi sembrerebbe che la morte trionfi sulla vita. Ma noi tutti sappiamo che non è così. Elisabetta non è morta, ha soltanto cambiato casa. Lei è morta nella casa terrena, ma è viva in quella di Dio». Hanno concelebrato messa padre Francesco Ruffa, prete presso la limitrofa comunità di Zaccanopoli, da cui proviene Vincenzo Arena, il papà di Elisa e l’anziano sacerdote emerito, don Paolo Pietropaolo. Alla funzione religiosa ha partecipato anche Nunzio Nicolosi vice comandante della stazione dei carabinieri di Zungri che ha estratto il corpo esanime della ragazza dalle lamiere dell’autoveicolo incidentato. Infine, conclusa la messa, il sindaco, Francesco Galati ha ringraziato il vescovo e la cittadinanza «per avere condiviso un dolore straziante» ed ha chiesto alla stampa di «mantenere l’attenzione sulla vicenda, di ricordare le virtù umane della giovane concittadina». Alla fine, il coro parrocchiale ha intonato le strofe di un noto canto religioso “Madre io vorrei” che nella sua strofa iniziale recita: «Io vorrei tanto parlare con Te di quel Figlio che amavi…» e in quel momento, tutti hanno immaginato Elisa come la loro figlia…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 10 ottobre 2011, p. 27