ZUNGRI, L’ULTIMO SALUTO AD ELISA
Celebrati i funerali della giovane scomparsa nel tragico incidente stradale
ZUNGRI Si sono svolti ieri i funerali di Elisabetta Arena, ventunenne zungrese, deceduta a seguito di un incidente stradale mentre si recava in direzione di Parghelia. Perché il dolore, la sofferenza, la morte? I cristiani credono nella resurrezione, nella vita eterna dell’anima e il mistero della fede offre un riferimento comprensibile più con la ragione che con il cuore. Ma per quanti non hanno il dono della fede, l’amore e la memoria rappresentano gli unici e poderosi strumenti di collegamento con la persona alla quale si è voluto bene. Ma l’universo delle emozioni che si agita in quanti hanno conosciuto Elisa è in preda a uno sconforto immenso. Impossibile governare i propri sentimenti. Incredulità e angoscia prevalgono nell’animo dei presenti. Non c’è nulla che possa lenire un dolore così lancinante. C’è una folla enorme nel santuario dedicato alla Madonna Santissima della Neve del piccolo centro sito alle pendici del Poro. Parenti, amici e conoscenti si sono stretti intorno alla famiglia per offrire una testimonianza di affetto e di vicinanza umana. È il retaggio positivo di una cultura tipicamente meridionale, nobile e antica; che si nutre di affetto e di sincerità. Ci sono gli occhi lucidi di tutti. Reale, la condivisione a un tormento che non trova pace. Sullo sfondo del dolorosissimo episodio, l’evidente insicurezza di una strada pubblica, responsabilità giuridiche che saranno accertate dalla magistratura e morali di cui si dovrà rendere conto alla propria coscienza. Durante la giornata di ieri si è vissuto in un clima di afflizione tangibile. Il patimento degli zungresi e degli amici di Elisa è univoco e generalizzato. L’amministrazione comunale, per il giorno dell’estremo saluto, ha proclamato il lutto cittadino. Negozi chiusi e un silenzio per strada dai tratti quasi irreali. Un silenzio eloquente che testimonia la sentita partecipazione della comunità a una tragedia immane. Non c’è nulla che possa veramente assolvere a una funzione consolatoria. Le poche parole appena sussurrate dai giovani che non sono riusciti ad entrare nel santuario, sono rivolte alla radiosa bellezza di Elisa e alla semplicità relazionale; i più adulti ricordano la sua umanità. La funzione religiosa è stata celebrata da don Felice La Rosa. Nella sua omelia, il reverendo ha ricordato il Vangelo secondo Giovanni: «La morte -ha sottolineato- è il passaggio che conduce alla vita eterna». Il sacerdote ha poi tuonato contro le pubbliche autorità che non hanno impedito il verificarsi di una tragedia così grande: «La classe dirigente -ha aggiunto- deve smetterla di pensare alla spartizione del bottino delle poltrone e occuparsi della sicurezza e della dignità delle persone». Il religioso ha fatto cenno, quindi, a un ricordo personale: «Un mese fa, leggevo nei suoi occhi la felicità per la celebrazione del matrimonio della sorella. Anche Elisa sognava di sposarsi e di costruirsi una famiglia. La funzione odierna celebra il suo matrimonio. Da oggi, il suo Sposo è Gesù che la condurrà come una principessa nella casa del Re». Il parroco ha poi indirizzato la sua proposta alle istituzioni locali affinché si facciano promotori dell’intitolazione di una pubblica via che celebri la memoria della giovane del posto. È toccato, infine, a una amica di famiglia, Maria Antonia Bagnato, ricordare le virtù umane della giovane ragazza.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 7 ottobre 2011, p. 37