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Anno 2008
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La campana della discordia
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Zambrone
La campana della discordia
San Paolo diceva: “Fides ex auditu”, la fede nasce dall’ascolto; dall’ascolto di Dio che entra in comunione con l’uomo e lo ama. Giorgio Israel, professore universitario presso il Dipartimento di matematica dell’università La Sapienza di Roma, in un recente intervento, parte da questa riflessione per asserire che “la Bibbia è il dialogo fra Dio e l’uomo”. Ma gli uomini sono sempre più lontani dai precetti contenuti nei Sacri testi. Come possono “sentire” questo “dialogo” ricercato da Dio, se non riescono a comunicare nemmeno tra loro? La realizzazione del nuovo campanile, nella Piazza San Carlo di Zambrone, peraltro, si vocifera (perché ancora il progetto definitivo non è stato presentato) di considerevoli dimensioni, avrebbe dovuto avere, quale logico presupposto, un coinvolgimento ampio delle famiglie, delle associazioni culturali, dell’intera cittadinanza. E invece, niente. La stragrande maggioranza dei cittadini zambronesi ignora termini e contenuti dell’ideata opera. E’ questo il modo di stimolare e ricercare il dialogo? Se in un imminente futuro l’opera verrà eseguita, la piazza subirà un sostanziale stravolgimento. Uno spazio libero, adibito ad aiuole e sul quale insistono alcuni alberelli, verrà sostituito da una colata di cemento armato, tesa a realizzare (pare) una struttura imponente. L’idea di alleggerirne l’impatto attraverso la realizzazione di un porticato rappresenta il classico improduttivo palliativo. Nelle more, l’amministrazione, senza visionare ufficialmente alcun progetto, sdemanializza circa 17 mq di piazza per concederli alla parrocchia. Tutto ciò, è legittimo? Verrà così adagiato su una Chiesa vecchia e strutturalmente fatiscente un corpo del tutto estraneo, destinato ad infrangersi con l’euritmia dei luoghi. Nella sua lezione di Ratisbona, il Sommo pontefice ha affermato il ruolo prioritario della ragione negli affari umani. Dov’è la ragione in una scelta tanto affrettata quanto inopportuna? La ragione è il fattore che deve governare le grandi scelte di politica estera o economica; ma anche quelle che riguardano la gestione, la vita e il futuro di una piccola comunità. Una decisione infelice ma rilevante per il futuro assetto del paese é destinata a riflettere le sue nefande conseguenze per decenni. Non si tratta di 17 mq di piazza sdemanializzata (circostanza peraltro che di per sé suscita molte perplessità) in favore della parrocchia, ma del futuro assetto urbanistico del centro abitato. L’amministrazione comunale non ha accolto la richiesta di convocare una seduta consiliare aperta al pubblico, formulata dall’associazione “Aramoni”. Era una sua facoltà. Però, senza buon senso, partecipazione e dialettica, una democrazia muore. Ci sono primi cittadini che una volta eletti, affermano solennemente: “Sarò il sindaco di tutti”. Ricordano un po’, la parabola evangelica del padre che invita i suoi due figli a lavorare la vigna. Il primo risponde, solerte, “sì”, salvo poi lasciarla incolta. Il secondo che all’inizio aveva risposto negativamente, improvvisamente si converte al lavoro. La vigna viene ugualmente lavorata, ma non da chi aveva sbandierato la sua disponibilità a farlo.
Corrado L’Andolina - Presidente Centro studi umanistici e scientifici “Aramoni”
Pubblicato su Calabria Ora il 2 ottobre 2008
Pubblicato su Il Quotidiano il 3 ottobre 2008
Associazione culturale Aramoni - Storia e tradizioni del popolo di Zambrone
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