SGARBI ELOGIA I TESORI DI ZUNGRI
Il critico d’arte invita Mario Caligiuri a tutelare l’insediamento rupestre
ZUNGRI Come se non bastassero i quaranta gradi all’ombra, lo scorso giovedì la temperatura zungrese si è ulteriormente surriscaldata. Il motivo? La presenza, nel piccolo centro sito alle pendici del Poro, di Vittorio Sgrarbi. La notizia si è diffusa lentamente, ma una volta appurata, una parte consistente della popolazione si è riversata per il centro storico a salutarlo, chiedere autografi o stringergli, semplicemente, la mano. Il noto critico d’arte, dal canto suo, si è dimostrato affabile e cordiale, sorridente e disponibile a colloquiare con tutti. A tratti, serenamente inquieto, sempre, profondamente curioso, attento ai dettagli e dotato di un non comune spirito d’osservazione. Eloquio spontaneo e riflessioni profonde, condite da una verve ironica hanno quindi segnato i brevi dialoghi intercorsi fra lo studioso e gli astanti. Vittorio Sgarbi è giunto in loco, spinto dalla curiosità di conoscere le opere dello scultore del posto, Michele Zappino. Poi, però, ha scoperto i tesori storici e archeologici dell’antico borgo rurale che ha voluto visionare personalmente. La prima tappa è stata la visita all’insediamento rupestre, meglio conosciuto come “Grotte degli Sbariati”. Sulla base di uno studio preliminare condotto dall’Università di Salerno molti anni fa, l’insediamento recherebbe come data il XII-XIV secolo d.C. Il critico d’origine ferrarese è rimasto impressionato dalla bellezza del posto. A tale proposito ha dichiarato: «L’insediamento risulta ben definito da un punto di vista tipologico; è molto bello e ricco di fascino. L’intervento di risanamento è stato realizzato in sintonia con l’euritmia dei luoghi. Anche le infrastrutture sono state eseguite in termini corretti. Nell’area antropizzata è possibile scorgere la sua evoluzione. Il sito non risulta deturpato da pale eoliche o similari oscenità e va conservato così com’è». Al termine della visita, l’ex deputato eletto in Parlamento per due volte proprio in Calabria, ha telefonato, di fronte ai presenti, all’assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, al quale si è rivolto nei seguenti termini: «È necessario che visiti il sito archeologico immediatamente e che la Regione intervenga per tutelare e valorizzare un parco così importante». La visita è poi proseguita per il centro storico dove Sgarbi ha osservato con attenzione il contrasto tra le vecchie abitazioni e quelle moderne. Molto importante il passaggio nel santuario mariano Madonna Santissima della Neve. L’edificio religioso custodisce e venera un quadro che è sempre stato attribuito alla scuola di Raffaello. Il critico d’arte ha catalogato, in un batter di ciglio, l’opera e il contesto storico. Data l’autorevolezza della fonte, la “scoperta”, assume un rilievo storico di assoluta importanza. A giudizio di Vittorio Sgarbi l’opera apparterrebbe a un pittore fiorentino, tale Santi Di Tito e sarebbe databile intorno al 1570. Breve visita anche al locale museo della civiltà contadina. Il viaggio di Vittorio Sgarbi è poi proseguito in direzione della piccola frazione di Papaglionti. Qui è rimasto impressionato dall’antico impianto architettonico e, in particolare dalla chiesetta. «Tale realtà –ha dichiarato- meriterebbe di essere recuperata; magari con la realizzazione di un progetto particolare come potrebbe essere l’Albergo Diffuso». A tale proposito va sottolineato come esista già uno studio approfondito realizzato dall’architetto Stefano Simoncini da Bologna e seguito dall’università di Firenze, facoltà di Architettura. Lo studioso si è poi inerpicato per i ripidi appezzamenti agricoli alla scoperta della “Grotta di Trisulina”. L’edificio testimonia la presenza Romana nel periodo Augusteo in Calabria. La grotta, collegata ad un complesso abitato di tipo patrizio, poteva avere una duplice funzione: o era collegata al sistema idrico del centro abitato oppure era adibita a piscina. Ultima tappa, la vecchia Papaglionti. Il sindaco Francesco Galati, in merito alla visita di Vittorio Sgarbi, ha dichiarato: «Sono orgoglioso e felice che un personaggio così importante sotto il profilo politico e culturale abbia fatto visita ai tesori archeologici del posto. Il mio auspicio è che ciò rappresenti il primo passaggio teso a valorizzare un patrimonio architettonico e archeologico di elevato pregio storico e culturale». A fare da Cicerone al noto critico d’arte, oltre al primo cittadino, anche gli assessori comunali Caterina Gaudioso e Gioacchino Raffa.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria ora il 27/8/2011, p. 42