INTRODUZIONE
La ricerca dell’autore sulla vicende politiche zungresi del ‘900 si caratterizza per il suo asburgico rigore. La ricostruzione delle compagini amministrative che si sono succedute è precisa sul piano storico e minuziosa sul piano della cronaca. Ma nel lavoro c’è anche la passione di chi vuole dare il suo contributo alla riscoperta della storia locale nel suo dispiegarsi nelle varie situazioni storiche e sociali. Per tutto il secolo scorso, le speranze di riscatto, emancipazione e ricostruzione del tessuto economico sono state riposte nella politica. Il fondamento dell’opera, riveste, pertanto, un ruolo che va ben oltre il semplice racconto degli eventi. Il libro non si limita a snocciolare dati e nomi dei sindaci e degli altri amministratori. Piuttosto, connota con significativa vis storico-letteraria volti, storie, caratteri di ciascuno dei protagonisti di una lunga stagione pubblica per molti versi irripetibile. Il comune di Zungri, d’altronde, nella storia contemporanea annovera sindaci dotati di una caratura di primo livello. Personalità con spiccate tendenze al decisionismo e con un senso dell’appartenenza assai sviluppato. Ed è proprio quest’ultimo sentimento che coinvolge e contagia in maniera graduale, ma inarrestabile, la cittadinanza zungrese. La lunga stagione studiata, è segnata, come nel resto l’Italia, da accesi scontri ideologici e partitici. Se si volessimo utilizzare gli schemi del nostro tempo, occorrerebbe precisare che in questo borgo sito alle pendici del Poro, la destra ha sempre avuto epigoni e fascino notevole su una parte della popolazione. Non è casuale, ad esempio, che il vecchio secolo si chiuda con una straripante vittoria del dottore Annunciato Mazzitelli, espressione di un movimento politico che ha seguito in maniera ortodossa l’evoluzione storica della destra italiana. Ma la maggior parte del secolo scorso è targato centro e cioè Democrazia cristiana. In tal senso, il primo cittadino che ha vergato pagine amministrative importanti fu Giuseppe Gasparri Cichello, il quale ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, ottimamente rimarcato dall’autore. Non è mancata una lunga stagione di sinistra che si è incarnata nell’azione socialista e comunista dal 1980 al 1990. Poi, questa esperienza è proseguita fino al 1999 con schieramenti monocolori socialisti. È stata l’epoca dei garofani rossi che ebbe, sin dal 1980, in Pasquale Mazzitelli, una sintesi perfetta di idealismo e pragmatismo. Riferimenti alla situazione odierna, con un gruppo eterogeneo, guidato dall’architetto Francesco Galati, presente nel civico consesso sin dal 1995. Il dato che Francesco Fiamingo fa emergere in queste pagine della storia cittadina è il carisma che accompagna i sindaci del piccolo centro rurale. Un’autorevolezza che deriva da un senso di rispetto delle istituzioni e si evolve in varie direzioni ma mantiene sempre salde le sue profonde radici. Un esempio encomiabile che va sottolineato se non altro per sfatare luoghi comuni e giudizi affrettati emessi da chi conosce le realtà calabresi in maniera superficiale. A Zungri, la politica è sempre stata praticata dalla totalità della sua popolazione. Il diritto-dovere di partecipazione alla vita pubblica è nel dna di questo paese e l’approfondita disamina dell’autore ne è un’ulteriore conferma. Da segnalare, a tale proposito, anche l’accurata indagine su alcune figure dell’amministrazione locale che hanno apposto, in situ, il loro suggello all’evoluzione governativa. A titolo esemplificativo, si ricordano: il vice sindaco socialista, dal 1990 al 1999, Giuseppe Antonio Limardo, emblema di serietà, combattività e generosità; Franceso Pietropaolo, vice sindaco di Giuseppe Cichello Gasparri dal 1964 al 1970, uomo disponibile e stimato; Filippo Fiamingo, anch’egli vicesindaco di Cichello dal 1960 al 1964, ricordato per l’equilibrio comportamentale e per l’onestà nella gestione assistenziale dei fondi Eca; l’irriducibile Gaetano Pascuzzi, coriaceo e movimentista. La raccolta dei “Quadretti Zungresi” completa un’operazione di ricerca esaustiva e coerente. In questi racconti, sospesi tra la fantasia e la realtà, si delinea l’immagine di una comunità che vive e si alimenta di pluralità valoriale, sentimenti profondi ed elevato acume politico. Nei “Quadretti Zungresi” sono poi tratteggiati, sia pure con sfumature delicate, il senso religioso, le tradizioni e i costumi dell’epoca presa in considerazione. Non mancano, come è naturale, episodi rivelatori di lotte segnate da una conflittualità a tratti anche aspra e persino esasperata ma sempre profondamente umana e orientata dall’amore per il territorio e per un’incondizionata ricerca del bene comune. Francesco Fiamingo, in tal modo, rende omaggio a un segmento della storia zungrese destinato ad accrescere la conoscenza su fatti, nomi ed episodi che hanno avuto un’incidenza profonda nelle coscienze dei suoi abitanti e di quanti, direttamente o indirettamente, abbiano frequentato questo lembo di territorio calabrese. Zungri è un comune adagiato su colline dal verde lussureggiante e a un tiro di schioppo dalla Costa degli dei, realtà con storie politiche intrinsecamente differenti. Una posizione geografica per molti versi invidiabile e che spiega,sia pure in parte, le varie influenze sull’humus politico comunale. Da segnalare la ricca e meticolosa ricerca fotografica. Volti segnati dal lavoro e talvolta da una povertà materiale in chiaro contrasto con la ricchezza di spirito e di iniziativa di un popolo laborioso che ha sempre considerato la gestione della res pubblica un momento laicamente sacrale. Fotografie che catturano espressioni individuali antiche, rivelatrici di saggezza e sapienza. Fotografie che immortalano episodi e momenti antichi, in cui è possibile constatare, nell’immediato, una frugalità di animo, indice di umanità sconfinata. Francesco Fiamingo con l’opera realizzata e con il felice accostamento della scrittura rende tutto ciò tangibile e concreto. A futura memoria e non solo. L’analitica operazione posta in essere dall’autore, infatti, aiuta a comprendere il presente con tutte le sue problematiche e le sue variegate sfaccettature, ma anche con la generalizzata e tenace volontà, pubblica e privata, di migliorare l’ambiente, la società, la dinamica istituzionale. A proposito del testo in esame, c’è poi un altro dato che vale la pena sottolineare. L’amore per la scoperta, la catalogazione di dati e fatti e la loro cristallizzazione nella parola scritta. È come se l’autore avesse gettato un seme in un terreno fertile, ma per un certo periodo rimasto incolto. Metaforicamente, la riproposizione di un gesto ancorato alla civiltà contadina che si proietta nell’attualità con tutto il suo vigore. Situazioni e operosità d’altri tempi, ma anche di questi tempi. Alle nuove generazioni, il compito di raccoglierne i frutti e di porre , a loro volta, altri semi. Chiunque abbia avuto rapporti con la comunità zungrese comprende e interiorizza, in un istante, il senso delle parole pronunciate dallo scrittore Jorge Luis Borges a proposito della relazione col proprio mondo: «Ho l’impressione che la mia nascita sia alquanto posteriore alla mia residenza qui. Risiedevo già qui e poi vi sono nato». Una sensazione analoga, si ricava leggendo il libro di Francesco Fiamingo: “Storia e sindaci di Zungri. Dal 1811 e… contorni. Ricerche di storia locale”.
Corrado L’Andolina