DUECENTO…LIRE
Duecento… lire! Non si tratta di soldi. Sia pure fuori corso. Ci riferiamo all’antico strumento a corde. Antichissimo. Lo usavano in Grecia ai tempi degli dei. Si diceva che fosse stato inventato da Ermes, il postino degli dei. Si vede che intendeva dilettarsi con la musica tra una consegna e l’altra. Si narra anche che lo aveva ricavato dal guscio di una tartaruga che fungeva da cassa armonica. L’Ente per la protezione degli animali avrebbe avuto da ridire ma a quei tempi non esisteva. Da lì partivano le tre corde (poi vennero aumentate) che si saldavano ad un’assicella di quercia chiamata giogo, che collegava due corni di ariete. In seguito si capì che non era il caso di insistere con i gusci di tartaruga allo scopo di prevenirne l’estinzione e la lira fu fabbricata solo con il legno. Immaginiamo ora che a Zambrone un ipotetico concittadino, non sempre lo stesso, abbia fabbricato una lira per ogni anno di vita della comunità. Quest’anno saremmo alla duecentesima. E sì. Perché Zambrone compie i due secoli di vita come ente autonomo e come comunità che si autogoverna. Ci limitiamo alla semplice enunciazione senza alcun commento. É evidente che saremmo di parte con tanti saluti all’obiettività! La ricorrenza, tuttavia, abbiamo ritenuto, noi di Aramoni, che non possa trascorrere senza neppure una menzione nel carnet di ricostruzioni e ricerche sul nostro passato. Tanto più che in Italia difficilmente le ricorrenze vengono trascurate. Così ci siamo detti che poiché nessuno si è ricordato di noi nel 150mo dell’Unità, è giusto che siamo noi a ricordare noi stessi. L’edizione 2011 del Tamburello festival è, pertanto, un omaggio alla nostra storia, rievocata attraverso lo strumento simbolo, la lira, che ne ha accompagnato il percorso attraverso i secoli. La lira come recupero del mito, portato qui, nella Magna Grecia dai primi migranti che provenivano dall’Oriente e che vi si sono trovati così bene da non volersene andare più. La lira come mezzo che trascina nella storia della musica, che con quello strano emigrante di nome Pitagora si fa matematica e scienza. Fu lui, infatti, che sperimentò sulla sua lira che le lunghezze delle corde producevano suoni diversi secondo il rapporto fra le lunghezze. Fu così che Pitagora capì il misterioso rapporto che collega musica, matematica e fisica. Che è come dire che la musica è ciò che crea il rapporto d’amore tra l’uomo e la natura che gli sta intorno. Sarà anche per questo antico esperimento realizzato in Calabria (qui peraltro alcuni secoli prima di Pitagora si era fermato Ercole, di ritorno da una delle sue fatiche ed aveva anticipato all’omonimo pastore la fondazione di Crotone) da uno dei maggiori geni dell’antichità che la lira è rimasta lo strumento magico. Esso ha seguito con le sue note liete i nostri matrimoni, le nascite di figli, le danze propiziatrici e assecondato le armonie che vivono in noi. E con le sue note dolenti le nostre tragedie, i canti funebri, il dolore per le perdite e le sconfitte. Ma soprattutto è stata lei, la lira, l’interprete perenne dei nostri sentimenti, accompagnando le nostre emozioni più profonde e più vere, le nostre piccole e grandi storie sussurrate sotto il balcone dell’amata o urlate nelle campagne libere con la partecipazione di mille e mille fruscii d’ali di passeri. O per attutire il canto disperato o lieto del pastore che guida il gregge verso lo stazzo. Non è certo un caso che proprio per questo motivo un certo tipo di poesia, in cui non a caso eccellono italiani e greci, è detta lirica. E se una sola è capace di produrre emozioni che generano la forma più solenne e al tempo stesso intima di poesia, si immagini il risultato di duecento che raccontano tutte insieme storie, emozioni e sentimenti accumulati in duecento anni, qui da noi. Dove la lira ha tanta parte della sua storia. Il Tamburello festival del 2011 ha quindi una matrice che insieme alla pretesa di una serata in letizia e serenità ha l’ambizione di offrire uno spettacolo che coinvolga l’anima della gente… se è disposta a seguirci in un percorso che dura duecento anni. Sono troppi? Affatto. Se venite a Zambrone il 18 agosto, con la stessa passione partecipativa degli anni precedenti e nello stesso numero (possibilmente anche più numerosi) vi accorgerete tutti che duecento anni… passano in una serata!
Salvatore L’Andolina
Presidente onorario del Centro studi umanistici e scientifici Aramoni