UN VIAGGIO TRA CULTURA E AGGREGAZIONE *
L’associazione “Aramoni” costantemente impegnata nella promozione turistica del territorio
Cultura, promozione turistica e territoriale, aggregazione. Sono le direttrici di fondo che orientano l’operato dell’associazione Aramoni sin dalla sua fondazione. Il Tamburello festival rappresenta il momento più alto della promozione territoriale effettuata dal Centro studi zambronese. Il periodico locale Cronache Aramonesi e il sito www.aramoni.it, invece, sono le operazioni culturali più efficaci. Progetti, che costituiscono significativi momenti di aggregazione sociale. Il sodalizio zambronese continua nel suo processo di organizzazione di eventi e momenti in cui la cultura si sposa felicemente con il divertimento.
Il 24 ottobre 2009 settantuno partecipanti tra piccoli e adulti partiti da Zambrone e da altre realtà limitrofe si sono recati in due località dell’alto cosentino: Cerchiara e Corigliano Calabro. Cerchiara di Calabria li ha accolti con i suoi splendidi panorami verso la Piana di Sibari e di montagne sul massiccio del Pollino. L’atmosfera che circondava Cerchiara preludeva alla magia delle ore successive. La prima tappa è stata quella del Santuario della Madonna delle Armi, una loggia, fabbricata sulla roccia scoscesa, dalla quale si gode una splendida visuale della Piana di Sibari. In una nicchia ricavata dalla Roccia è custodita l’immagine della Santa Maria delle Armi. Sorge in un sito già anticamente dedicato al culto, come provano reperti risalenti al X secolo, rinvenuti in grotte rupestri del monte Sellaro. La sua costruzione,secondo la tradizione locale, cominciò nel 1440 allorché nel medesimo luogo, proprio in una di queste grotte, furono trovate alcune tavolette bizantine, tra le più antiche mai rinvenute, e l’immagine della Beata Vergine delle Armi (dal greco Tòn armòn - "della grotta") da cui il Santuario prende il nome. Essa è ospitata da una teca di argento, fatta costruire intorno al 1750 dal principe Michele Pignatelli. Al suo interno custodisce notevoli opere d’arte che raffigurano : la quercia simbolo di Cerchiara, lo stemma dei Pignatelli, la Madonna di Costantinopoli e argenterie barocche. Durante il percorso la pausa pranzo è stata consumata nei pressi di un locale sito nell’Abisso del Bifurto (una delle ventotto grotte presenti sul territorio). Il pranzo ha registrato una gradita sorpresa. Tre giovani musicisti di Cerchiara hanno intonato a colpi di fisarmonica, organetto e tamburello alcuni canti tipici dell’area. Immediata la replica degli zambronesi che hanno subito risposto a colpi di “Tarantella riggitana”. Al termine del pranzo, si è consumato un informale gemellaggio tra il Comune di Cerchiara e l’associazione Aramoni. Il rappresentante dell’amministrazione, consigliere Salvatore Lupinacci (il sindaco, Antonio Carlomagno occupato da pregressi impegni istituzionali ha comunque fatto pervenire il suo saluto via cavo) ha consegnato un attestato di benvenuto al presidente dell’associazione Aramoni. Il circolo di Zambrone, dal canto suo ha offerto alcune produzioni tipiche del posto. Il percorso è poi ripreso in direzione del centro abitato dove sono stati visitati il Museo del pane e la Chiesa di San Pietro. Nel Museo del pane, ubicato in un vecchio mulino, è rappresentato il percorso e la lavorazione che porta il chicco del grano a diventare pane. La particolarità del pane di Cerchiara è costituita dalla forma, una bella pagnotta con la gobba, da 2,5 o 3 kg., che si mantiene morbida e saporita fino a 15 giorni dall’uscita dal forno. Il percorso è poi proseguito per la chiesa di San Pietro,edificio quattrocentesco, restaurato in età successiva; l’interno, di originariaarchitettura rinascimentale, conserva dipinti settecenteschi di scuola napoletana: la Madonna col Bambino, la Circoncisione di Nostro Signore, la cattura di San Pietro e San Paolo. Una volta completato il percorso lungo il centro di Cerchiara il viaggio è poi proseguito al Castello ducale di Corigliano Calabro, un edificio grandioso per dimensioni e qualità architettonica. Il Castello di Corigliano Calabro, fra i più belli e meglio conservati di tutto il Meridione fu costruito originariamente con finalità di fortezza. Nel corso dei secoli venne modificato e trasformato da struttura militare a palazzo signorile dalle tre famiglie proprietarie: i Sanseverino (dal 1192 al 1606), i Saluzzo (dal 1616 al 1828) e i Compagna (dal 1828 al 1971). Della fortezza originaria, a raccontare la lunga storia, i tanti assedi, le sanguinose lotte e le congiure, restano solo gli stemmi, alcune feritoie, una porta carraia oltre ad una serie di cunicoli posti ai piedi delle torri e successivamente trasformati in prigioni. Nel 1971 il Castello venne acquistato dalla Mensa Arcivescovile di Rossano e l’11 marzo 1979 passò in proprietà al Comune di Corigliano Calabro. Prima degli ultimi lavori di restauro, iniziati nel 1988 e ultimati nel 2002, il Castello Ducale versava in condizioni di degrado assai avanzato. Molte sale erano state danneggiate, ma una attenta rilettura delle fonti storiche e la presenza di alcuni ambienti ricchi di arredi e in buono stato di conservazione hanno consentito, nel tempo, un attento e riguardoso restauro. Oggi, adibito a Museo di se stesso, una volta oltrepassati il portale neogotico e il ponte levatoio è possibile ammirare ,tra sfarzosi affreschi e sontuosi arredi, al primo piano la “Prigione del monaco” raggiungibile dal piano ammezzato attraverso un sistema di scale. Al secondo piano, detto “ammezzato”, in posizione centrale la grande cucina ottocentesca e, a fianco a questa, un secondo vano che veniva usato comeSantabarbara. Al terzo piano detto “Nobile”, perché è il piano di rappresentanza, la Sala da Pranzo, ricca per le decorazioni e gli arredi e il Salone degli Specchi caratterizzato, sulle pareti, da grandi specchi che scendono su eleganti divani imbottiti e ricoperti di raso che, insieme ai lampadari in cristallo di Boemia, esprimono l'elaborata eleganza del barocco veneziano. Il palazzo ducale ha colpito l’immaginario di piccoli e adulti che porteranno a lungo ricordi intensi di un gioiello artistico di rara bellezza. Visitare il Castello Ducale è stato come rivivere il luogo della ricchezza e della memoria alla scoperta dei tanti misteri. E’ stato tutto interessantissimo,tante sarebbero ancora le cose da dire e raccontare ma lungi da l’idea di voler togliere ai lettori uno dei fascini indiscutibili dei viaggi: il gusto della scoperta...
Angela Grillo
Silvana Pannia