la cerimonia
RESTAURO TERMINATO, IL SIMULACRO DI SAN FRANCESCO RITORNA AI FEDELI
ZACCANOPOLI Il passaggio di San Francesco di Paola nel piccolo centro rurale sito alle pendici del Poro risale al lontano 1464 o, secondo gli studi più recenti, al 1482. Un transito caratterizzato da miracoli e dalla successiva adesione all’Ordine di almeno due zaccanopolesi: Mansueto e Paolo Collia, quest’ultimo poi divenuto vescovo presso la diocesi di Nicotera nel diciottesimo secolo. È su queste solide basi che poggia una fede popolare autentica e partecipata, in devozione del taumaturgo paolano. La statua dedicata in suo onore era custodita presso la chiesetta locale consacrata a Santa Maria della Neve. Il simulacro è realizzato in cartapesta e risale ai primi del Novecento. Il decorso del tempo aveva deteriorato l’effige, cosicché si è deciso dì intervenire per un suo definitivo ripristino. Artefici dell’operazione Domenico Mazzitelli e Girolamo Crigna con la collaborazione dell’intera comunità cristiana locale. Il ritorno della statua è stato omaggiato da una solenne cerimonia pubblica. Ad introdurre le celebrazioni, don Francesco Sicari, parroco della comunità, il quale, in un’articolata riflessione ha sottolineato: «Sarebbe ben poca cosa se il vanto per l’operazione di restauro di riducesse solo a un momento di festa. La quotidianità spesso induce alla mediocrità, all’asprezza, al pettegolezzo, alla calunnia, alla superbia, all’apatia. Per superare tutto questo, occorre vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo». Poi ha aggiunto: «Quanti di noi pensano al restauro del cuore? Chiediamo a San Francesco proprio questa grazia, la più importante: il restauro del cuore». È stata poi la volta del sindaco, Pasquale Caparra, il quale ha affermato: «La figura di San Francesco risulta particolarmente importante, per vari motivi, ma, in primis, per la sua capacità di dialogare con tutti e per la sua adesione irresistibile al Vangelo. In questo senso, il santo calabrese risulta un modello religioso ma anche civile. San Francesco ci ha insegnato che l’uomo nuovo è colui che ama e che la vita ha un valore se si dona agli altri. Prendiamo esempio da lui -ha concluso Caparra- per promuovere equità sociale e giustizia civile». Dal canto suo, la restauratrice Pasqualina Calello da Rombiolo ha descritto con minuzia di particolari le opere di restauro eseguite sulla statua, sulla quale è stata effettuata «un’operazione di pulitura meccanica a bisturi per togliere i residui dei precedenti restauri». Il simulacro è stato restituito alla chiesetta locale e poi è seguita una messa. A fare da cornice all’evento un ricco buffet, il complesso bandistico locale dedicato proprio a “San Francesco” e i “Giganti” realizzati da alcuni ragazzini del posto, tra cui Alberto e Vincenzo Budriesi e Maurizio Cilurzo. Al termine della cerimonia, la netta sensazione che ci sia realmente qualcosa di francescano che sopravvive nella comunità: la frugalità dei costumi e una saggezza che sembra affondare le sue radici oltre il mondo visibile.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 24 maggio 2011, p. 37