dal villaggio don Mottola
QUANDO LE LITURGIE PASQUALI DIVENTANO AUTENTICHE ESPERIENZE
TROPEA Sarebbe riduttivo considerare Benedetto XVI un grande teologo. Piuttosto, il papa è uno studioso riflessivo, capace di allargare gli orizzonti culturali del cristianesimo senza mai distogliere lo sguardo dal mondo. L’invito dell’apostolo Paolo ai Colossesi, di «cercare le cose di lassù» si trasforma anche in occasione di approfondimento sulle cose di quaggiù. Il sommo pontefice in una riflessione estrinsecata nell’ambito della liturgia pasquale dello scorso anno, infatti, ha scritto: «Quando si parla di “tradizione”, in riferimento ai comportamenti di una società, di un Paese, si evoca in genere quel complesso di usi rituali, talvolta di semplici abitudini, tramandati da generazioni, capaci di dare risalto solenne a una memoria antica e importante per quella stessa società, per quel Paese, resistendo al logorio del tempo. Ben più profondo per la Chiesa è il concetto di “Tradizione apostolica”, che non si basa sulla mera perpetuazione di remote usanze religiose inventate dall’uomo, ma nasce dagli atti di Cristo con i primi Apostoli e arriva fino “all’esperienza attuale del Cristo nella sua Chiesa”, al legame tra i fedeli e i loro pastori». Gli spazi modellati della fede, allora, non sono soltanto quelli dati dall’edificazione di nuove chiese, dall’intitolazione a santi e beati di strade e piazze. Fra questi, vi rientrano, pertanto, anche i riti liturgici, allestiti sia nelle parrocchie che nelle cappellanie presenti sul territorio. A tale riguardo, don Giuseppe Blasi, sacerdote presso la cappella del Villaggio don Mottola delle oblate del Sacro Cuore, si è soffermato sulla «puntualità liturgica che costituisce il migliore omaggio alla tradizione religiosa». E a proposito delle celebrazioni in corso, che coinvolgono soprattutto gli anziani ospiti del Villaggio, il parroco ha altresì aggiunto: «Gesù, crocefisso e risorto insegna che alla fin fine, a trionfare è la Vita. Tutte le tradizioni cattoliche, specie quelle pasquali, sono orientate da e verso questa eterna verità». Dal canto suo, don Francesco Sicari sacerdote oblato che celebra messa per le signorine oblate (nella medesima cappella) tutte le mattine ha dichiarato: «Qui la liturgia diventa esperienza e la Passione di Gesù è vissuta con eccezionale ed autentica intensità».
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 18 aprile 2011, p. 27