«PRONTO ALLE DIMISSIONI IN ASSENZA DI INTERVENTI»
Maltempo a Zambrone, il sindaco chiede aiuti concreti
ZAMBRONE Se si dovesse rendere necessario sarebbe disposto anche ad un gesto eclatante: le dimissioni dalla carica di primo cittadino. Del resto, il fardello di danni causati dal maltempo nel territorio di Zambrone è ormai divenuto troppo pesante da affrontare e a lui, al sindaco Pasquale Landro, al momento, non è rimasto altro che chiedere un intervento deciso da parte degli enti sovra comunali per attivare con somma urgenza tutte le opere necessarie a superare l’attuale crisi, ben descritta in un lungo comunicato stampa dal quale emerge chiaramente il quadro, tutt’altro che roseo, dello status quo.
Torrenti
Si inizia dai torrenti. «La messa in sicurezza dei corsi d’acqua -recita infatti la nota- risulta un’esigenza non più procrastinabile. I torrenti in argomento sono quattro: “Milio”, “Iona”, “Spano” e “Zinzolo”. Per alcuni tratti sarebbe necessario adeguare i sistemi di canalizzazione delle acqua; per altri, invece, la soluzione è più complessa, in quanto sarebbe necessario intervenire a monte mediante adeguate vasche di decantazione. La questione collegata ai torrenti è decisamente delicata, proprio per la vicinanza coi villaggi turistici. Insomma, sul punto, un’opportuna azione risoluta e risolutoria non è più assolutamente rinviabile».
Viabilità
Anche la situazione legata alla viabilità appare «semplicemente drammatica. La strada provinciale Potenzoni-Zambrone risulta danneggiata a causa del crollo di un ponte. La strada provinciale Daffinacello-Parghelia, è ancora chiusa al traffico e, se i detriti che impediscono la circolazione verranno rimossi provvisoriamente, la situazione di potenziale pregiudizio permarrebbe. Anche la strada provinciale che collega le frazioni San Giovanni-Daffinà versa in uno stato di degrado significativo. Le strade comunali maggiormente danneggiate, invece, sono quelle che collegano il capoluogo con Priscopio, Daffinà e la frazione San Giovanni. Anche qui, lo stato di dissesto è altissimo. Identica considerazione per quel che concerne la strada comunale delle cosiddette “Calate”. Dissestate, inoltre, molte altre strade interpoderali. Tutto ciò potrebbe a breve implicare un collasso della circolazione con pregiudizi sia umani che economici di incalcolabile entità. Il rischio dell’isolamento e di una menomazione della capacità ricettiva delle strutture turistiche, tutt’altro che remoto. Al riguardo, si segnala l’assoluta assenza di interventi strutturali volti al superamento delle cause che hanno originato tali pesanti inconvenienti; le conseguenze di tale inerzia, facilmente intuibili».
Spiaggia e depurazione
«Quanto accaduto nei mesi scorsi -aggiunge il sindaco- ha comportato conseguenze negative anche sulla spiaggia di Zambrone che da bianca e soffice si è trasformata in una fanghiglia dal colore incerto, ricettacolo di ogni materiale di risulta. La primavera é alle porte e la necessità di un piano straordinario di pulizia, appare un’assoluta priorità». Priorità che cammina di pari passo con quella della depurazione, considerato che «lo straripamento del fiume “Limes” ha avuto quale immediata conseguenza, un serio danneggiamento anche dell’impianto di depurazione ubicato nei pressi della frazione Daffinà, per il quale appare probabile la chiusura». Inutile dire che in tal caso gli effetti, soprattutto sul piano ambientale, sarebbero devstanti, tanto più se si considera che la zona è ad alta vocazione turistica.
Rifiuti
E poi c’è ancora il problema rifiuti che, come fa giustamente notare il primo cittadino di Zambrone, interessa non solo il comune da lui amministrato, ma «la quasi totalità del comprensorio vibonese». Da qui l’esortazione ad una mobilitazione straordinaria, anche perché «lidi immersi da tonnellate di rifiuti non sarebbero proprio il migliore biglietto da visita per il turismo del terzo millennio».
Soluzioni
Insomma, i problemi sono tanti ed è evidente che tutte le questioni sopra sottolineate, richiedono interventi e piani straordinari che «un Comune sia pure importante come Zambrone non può nemmeno in via astratta o accademica risolvere, visti i limiti di bilancio e la sproporzione esistente tra i mezzi economici disponibili e quelli necessari alla bisogna». «A distanza di cinque mesi dai disastri registrati sul territorio -conclude Landro- nulla in concreto è stato fatto». Eppure la situazione implica sotto ogni profilo rischi altissimi per l’incolumità e la sicurezza dei residenti e dei villeggianti. Con istanza del 16 marzo 2010 è stato chiesto, alle autorità interessate, di affrontare la delicata problematica in esame, con l’istituzione di un tavolo tecnico-istituzionale. «Allo stato, però, nulla si è mosso in tale direzione» denuncia infine il sindaco, il quale si dice pronto «ad un gesto dall’alto valore simbolico», non escludendo l’ipotesi di rassegnare «le dimissioni dalla carica di primo cittadino». Forse in quel caso si riuscirebbe davvero a smuovere le acque…
Pubblicato su Calabria Ora il 20 marzo 2011, p. 31