Zambrone. Fiaccolata per celebrare il primo anniversario dalla scomparsa
IL CAMPO INTITOLATO AD ALDO
Di ALESSANDRO VICARI
NICOLA COSTANZO
ZAMBRONE - L’8 febbraio 2010 è una data destinata ad essere ricordata come una delle più tristi per la comunità zambronese. Un anno fa, infatti, Aldo Ferraro, giovane 32enne del posto, perdeva la vita a seguito di un terribile incidente sul lavoro. Dopo dodici mesi, è stata celebrata a Bocale di Reggio Calabria, sito del sinistro, una messa in ricordo dello sfortunato giovane. Nella stessa mattinata i familiari e gli amici stretti, accompagnati da padre Trifone Labellarte, già parroco di Zambrone, si sono recati sul luogo in cui è avvenuto l’incidente mortale. Di pomeriggio è stata celebrata un’altra messa nel suo paese natio, Zambrone, appunto, dove aveva deciso di trascorrere la sua vita. Durante l’omelia della santa messa, la guida spirituale degli zambronesi, don Luigi Scordamaglia ha tratteggiato l’umanità di Aldo Ferraro: «Il suo entusiasmo -ha ammonito il presbitero- sia da sprone per una nuova buona vita». Al termine, un lungo corteo si è diretto verso il cimitero del capoluogo tirrenico, dove riposa il feretro del giovane. Fra i presenti, anche il comandante della Stazione di Zungri, Dario Randazzo e molti giocatori della squadra di calcio “Angels team”. Molteplici le iniziative organizzate in memoria di Aldo Ferraro durante l’anno. In primis, va ricordata la costituzione del sodalizio “Amici di Aldo Ferraro” organizzato dai familiari con l’ausilio del presidente Mario Ambrosi e votato a ricordare la memoria del compianto Aldo. Anche l’amministrazione comunale gli ha reso un formale omaggio. Nei giorni scorsi, infatti, la giunta comunale capeggiata da Pasquale Landro, anch’egli presente alla commemorazione, ha deliberato l’intitolazione del campetto di calcetto sito nel centro del paese, alla Piazza otto marzo, proprio ad Aldo Ferraro. Una decisione che, definito l’iter procedimentale, sarà poi commemorata con una solenne cerimonia: «Non è una mera spinta commemorativa -ha affermato il primo cittadino di Zambrone- a spingere il Comune e la sua popolazione verso l’intestazione del campetto di calcio, ma la voglia di dare segno a un giovane portatore di valori positivi, un giovane semplice e sorridente che possa sovrastare, col suo gigantesco peso morale, tutta la vasta gamma di disvalori troppo presenti, oggigiorno, tra i nostri giovani». Oltre a ciò da segnalare anche la volontà espressa dalla ditta Restuccia, impresa edile per la quale lavorava il giovane zambronese, di ristrutturare, a proprie spese, il campetto di calcetto che sarà intitolato proprio ad Aldo Ferraro. Durante l’intero arco giornaliero, la tristezza si é mescolata a un’intensa umanità, quella di una comunità che si è stretta intorno ad una famiglia chiamata a reggere il peso di un dolore infinito. Papa Giovanni Paolo II ha scritto: «La grandezza del lavoro è all’interno dell’uomo». Nella triste vicenda di Aldo Ferraro la trama della vita si è intrecciata con quella della del lavoro e, sciaguratamente, della morte. Rimane scolpito nella memoria di tutti, l’esempio di un uomo, «grande» nel lavoro, nella famiglia e nella società. Un giovane che un destino crudele ha strappato prematuramente all’affetto dei suoi cari e dei tantissimi amici. La sua scomparsa, inoltre, ha riproposto drammaticamente il tema delle morti bianche, una vera e propria piaga a cui non si riesce a porre un argine.
Pubblicato su Il Quotidiano della Calabria l’11 febbraio 2011, p. 26