ZACCANOPOLI, RIAPRE L’ORATORIO
Don Sicari: «Sarà uno spazio alternativo per i giovani»
ZACCANOPOLI La Chiesa italiana vuole essere ancora una “Chiesa di popolo” come sostengono molti suoi pastori. La scelta è densa di significati sia culturali che sociali. In effetti essa implica una forma di sussidiarietà solidale che mobilita persone, associazioni, enti, istituzioni verso molteplici comuni obiettivi: in primis, formare la base valoriale degli uomini e delle donne del terzo millennio. Socialità, spirito civico, riscoperta del messaggio evangelico sono le dirette conseguenze di tale opzione che risulta particolarmente importante nelle zone periferiche di realtà sempre di più esposte al rischio della secolarizzazione. E’ proprio in tale ottica che va inquadrata l’organizzazione dell’oratorio nelle parrocchie. Ne è perfettamente consapevole don Francesco Sicari che, in occasione della sua riapertura ha voluto sottolineare come «grazie alla disponibilità e all’impegno delle animatrici, formate da alcune mamme e da studentesse liceali, durante lo scorso anno, tante sono state le iniziative portate avanti a favore dei bambini e ragazzi della comunità: dalla festa di carnevale a quella del papà, dalla festa del grazie del mese di giugno al campo scuola estivo in montagna, cui vanno aggiunti i momenti di lavoro, gioco e cineforum che hanno tenuto impegnati ogni sabato i ragazzi per tutto l’anno». Il “miracolo educativo”, così lo definisce la guida spirituale degli zaccanopolesi, si realizza anche nell’oratorio di Zaccanopoli dove adulti e giovani cercano di vivere insieme l’avventura della crescita. «Un’altra iniziativa significativa -ha poi aggiunto don Sicari- è la realizzazione di un salone all’interno dell’oratorio. Sono state demolite alcune piccole stanze e pareti e creato un salone dove presto saranno collocati alcuni giochi per i ragazzi e che sarà utilizzato per le proiezioni, per incontri culturali, per momenti di fraternità. La sala della comunità sarà intitolata a San Giuseppe Benedetto Cottolengo, anche come segno di gratitudine a suor Gemma delle Suore del Cottolengo da Tropea che da un anno opera nella comunità a servizio dei ragazzi e dei giovani. Anche questo significativo lavoro vuole essere la risposta concreta a quella emergenza educativa cui la Chiesa italiana è chiamata a dare risposte concrete. I ragazzi e i giovani, nei nostri paesi, non hanno un luogo, uno spazio significativo di incontro. O la piazza o il bar sono i luoghi dei momenti di svago. Con la creazione di questa sala da parte della parrocchia, si é offerto loro uno spazio alternativo, nel quale possono crescere e stare insieme, partecipando alle varie iniziative che lì si svolgeranno».
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 23 novembre 2010, p. 34