E A ZAMBRONE SPUNTA UNA NECROPOLI ROMANA
Recuperati frammenti di anfore risalenti a oltre duemila anni fa
ZAMBRONE (VV) Una settimana fa durante un ordinario scavo finalizzato allo spostamento del terreno, il signor Antonio Tripodi si accorge della presenza di uno scheletro. L’appezzamento è posizionato alla via Salvatore Quasimodo, nel centro abitato della frazione San Giovanni e, pertanto, allerta i carabinieri della locale stazione di Zungri. Si reca sul posto il comandante Dario Randazzo, il quale dopo una rapida indagine ravvisa la presenza di dieci scheletri disposti, per la maggior parte, l’uno sull’altro. Nessun dubbio che trattasi di resti umani risalenti a qualche secolo fa. Katiuscia Bisogni, medico legale nominato dalla Procura della repubblica di Vibo Valentia, in persona del dottor Santi Cutroneo, conferma tale impressione. Dieci i corpi recuperati, di cui quattro appartenenti a bambini e ragazzi. Rinvenuta, altresì qualche traccia di una delimitazione in pietra tufacea. Le prime ipotesi vengono formulate sulla base degli studi storici legati al territorio. Il terreno fino a pochi lustri addietro era stato di proprietà della diocesi di Mileto-Vibo Valentia-Tropea. Pertanto si pensa a un ossario collegato a una chiesa presente in loco tra il Seicento e il Settecento (consacrate, rispettivamente, a Santa Marina, Sant’Anna o San Gennaro). Oppure, a una fossa comune realizzata per motivi urgenti (epidemia o calamità naturale). Della vicenda viene interessata la Sovrintendenza per i beni archeologici di competenza e la sua responsabile, Maria Teresa Iannelli, fissa apposito sopralluogo. Ieri il colpo di scena. Sul sito vengono rinvenuti due reperti che non lasciano molti dubbi sulla loro epoca: un’ansa e un piede d’anfora, due componenti riconducibili a uno o più manufatti dell’epoca romana. La dottoressa Maria Teresa Iannelli, pur con tutte le cautele del caso, ravvisa, in loco, la possibile sussistenza di una necropoli greco-romana. A tale riguardo, la studiosa, responsabile della Sovrintendenza per i beni archeologici della provincia di Vibo Valentia, ha affermato: «Il sito, effettivamente, potrebbe racchiudere una necropoli greco-romana. I pochi elementi raccolti e l’ordine con cui sono stati rinvenuti gli scheletri, potrebbero indurre ad affermare una simile eventualità. La prova definitiva potrebbe però aversi solo in conseguenza di un’indagine approfondita». Presente, al momento del sopralluogo, anche il sindaco Pasquale Landro, il quale ha dichiarato: «L’amministrazione farà quanto di sua competenza per riportare alla luce un frammento di storia locale particolarmente importante e significativo». Sul posto anche la guida spirituale dei sangiovannesi, don Pasquale Sposaro, il quale ha affermato: «Prima di esprimere qualsiasi tipo di valutazione occorre approfondire la ricerca che, auspico, sia rapida ed esaustiva». A questo punto, più che probabile che gli scavi dei prossimi giorni verranno eseguiti con l’ausilio di un archeologo esperto della materia.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora l’8 settembre 2010, p. 14