DUECENTO ANNI DI VITA RELIGIOSA A ZAMBRONE
Un altro libro di Corrado L’Andolina, l’avvocato “cristiano e cattolico praticante” ma anche tifoso della Fiorentina e “sportivo da poltrona”, come si definisce nella biografia del suo saggio “Vicende religiose di Zambrone”. Esegesi degli atti sulle visite pastorali dal 1725 al 1912. Un libro tutto a soggetto religioso che l’autore dedica ai nonni Olga e Antonio dai quali ha ereditato il senso religioso della vita. Corrado è conosciutissimo anche per essere il patron del Tamburello festival di Zambrone che, ogni anno in agosto delizia con musiche vivaci ed allegre i turisti ed i suoi concittadini. Ma questo suo libro ha lo scopo di portare alla luce un frammento importante della storia della sua città: quell’elemento religioso del quale Zambrone non può fare a meno e che per essa costituisce “Il fulcro della sua civiltà”, come dice don Giuseppe Blasi nella sua prefazione. Con molta precisione e riportando anche documenti originali, tratti per lo più dall’Archivio diocesano di Tropea, l’autore riporta brani di visite pastorali che, a partire da quella del 1725, descrivono la situazione in cui si trovavano le frazioni ed il Comune di Zambrone, durante tali visite. Daffinacello, Daffinà, San Giovanni, vengono descritte per come appaiono nei verbali e, perciò apprendiamo che sull’altare maggiore della chiesa di Zmbrone, vengono celebrate messe in suffraggio dei defunti e che venivano conferiti lasciti sostanziosi che generavano conflitti con la Curia, che “ordina un parziale versamento in suo favore”. Si parla anche del culto in onore di Santa Maria Carbonara che potrebbe essere ispirato dall’omonima chiesa sita in Viterbo e riconducibile ai Templari. Si susseguono le visite pastorali degli anni 1766, 1789, 1794, 1795, 1797, 1849-1850, 1910-1912, successiva al terremoto del 1905 che, nella parrocchia di San Giovanni viene effettuata in una chiesa-baracca. Dette visite, otto per la precisione, si svolgono in un periodo di duecento anni e di esse colpisce la frequenza, la minuziosa descrizione di tutto ciò che accade e l’uso della lingua latina. Ma l’autore, nel suo quadro riassuntivo, riporta, altresì, il culto dei santi, le chiese e le confraternite del territorio. E, come fa notare Salvatore L’Andolina nella post-fazione: “C’erano molte chiese a Zambrone un tempo, ora ce n’è una soltanto per ogni centro abitato, c’erano molte confraternite, ne è sopravvissuta una soltanto (San Giovanni), c’erano splendidi arredi sacri e addobbi lussuosi…”. Un libro ben fatto che aggiunge un altro tassello alla storia del Comune di Zambrone e delle sue frazioni.
Pubblicato su “La piazza” (Tropea), giugno 2010, p. 13