INCANTATI DALLE NOTE DELLA LIRA
Si chiude il festival di Spilinga dedicato all’antico strumento
SPILINGA «Il termine “Lira” è già attestato in documenti dell’VIII secolo d.C. e viene designato come strumento musicale a corde piriforme. Secondo Sybil Marcuse, ripreso da Goffredo Plastino, il nome deriverebbe dal fatto che una volta scomparsi gli strumenti dell’antichità, i loro nomi furono accordati a Bisanzio e verso il 600 d.C. la lira accompagnava canti e balli propiziatori di fanciulle bizantine. Secondo lo studioso Goffredo Plastino, che ha dedicato un lavoro complesso a questo strumento che risuona il mito dell’Iliade, “le prime testimonianze letterarie ed iconografiche sull’uso dell’arco provengono dai territori Arabi”. In questi periodi i cordofoni ad arco si attestano ampiamente nel Mediterraneo con la presenza della “Lira pagana” (usata in particolare nelle città), la “Lira rustica” (usata nelle campagne), la “Lira mendico rum” usata dai mendicanti e dai pellegrini». Questo, il tema centrale dell’introduzione al convegno dedicato all’antico strumento in uso tra le genti del Mediterraneo, curata dal noto giornalista Pino Cinquegrana. Di prestigio il parterre degli ospiti per il seminario dedicato alla lira: Francesco Barbalace sindaco di Spilinga, Michele Mirabello assessore provinciale alla cultura, Damiano Pietropaolo docente di storia dello spettacolo dell’università di Toronto, Danilo Gatto musicologo e animatore dell’Arpa tra le prime associazioni calabresi a puntare sul recupero della tradizione musicale popolare. Gli interventi sono stati moderati dallo stesso Pino Cinquegrana. Il festival ha poi ospitato alcuni espositori di strumenti musicali etnici. Tra questi: Ettore Santoro di Catanzaro, Giuseppe Lucà di Marina di Gioiosa Jonica e Pasquale Lorenzo di Parghelia che con le sue pipite e zampogne ha allestito uno stand rappresentativo delle ricchezze musicali indigene. A seguire i concerti. I primi ad esibirsi sono stati i musicisti greci del gruppo “Methorois”, un trio che ha usato gli strumenti tipici della tradizione musicale ellenica: lira, tamburo e cornamusa a una canna. E’ stata poi la volta di un ensemble che ha riunito molti conosciuti artisti regionali del settore, fra i quali: Federica Santoro detta “Fedelira” per la sua straordinaria simbiosi con lo strumento musicale omaggiato dal festival, Domenico Macrì e Francesco Nucera. A concludere il concerto della prima edizione del festival, i “Lira battente” che annoverano alcuni musicisti del posto. Fra gli astanti, anche Reginaldo D’Agostino che proprio da Spilinga mosse i primi passi col gruppo “I liristi del Poro”, una band pioniera della riscoperta di sonorità ancestrali strettamente legate al territorio, sempre dotate di un’eccezionale vis calamitante.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 24 agosto 2010, p. 42