Zambrone. L’iniziativa dell’associazione “Aramoni” volta alla riscoperta delle tradizioni
L’INVASIONE DEI “TARANTOLATI”
Una folla oceanica alla settima edizione del “Tamburello festival”
di MARISTELLA FERRAZZO
ZAMBRONE- “18 agosto 2010. Tamburello festival. Vi diremo prima cosa non é. Non è una sagra paesana. Non è un momento di relax. Non è una parentesi nell’esistenza degli sfaccendati. Non è una serie di orchestrine e cantantini che si esibiscono. Non è un posto dove soddisfare la pancia con “prodotti tipici locali” che di locale non hanno assolutamente nulla. Non è un ghiribizzo venuto in mente ad un gruppo di sfaccendati senza fissa dimora. Non è qualcosa che invita a passeggiare sotto le stelle. Non è un evento che celebra il mare (di questi tempi, poi…). Adesso vi diciamo cos’é. Il Tamburello festival è la fantasia che diventa divertimento. E’ il richiamo irresistibile del ballo come traino del pensiero positivo. E’ gioia di stare con gli altri. E’ cultura che diverte e sollecita la memoria. E’ sentimento esuberante e passione che trascina. E’ il luogo che riproduce e attualizza storia (coreutica, gastronomica, antropologica, umana, musicale) insomma, è una buona cosa”. Così recita un messaggio, quanto mai pertinente, lasciato nel guestbook del sito www.aramoni.it curato dall’associazione Aramoni, pochi giorni prima della kermesse, a proposito dell’evento clou dell’estate Vibonese. Un festival musicale dedicato al recupero della tradizione musicale calabrese. E’ questa la principale peculiarità del Tamburello festival, giunto quest’anno alla sua settima edizione. Una vera e propria festa della musica popolare che ha creato un momento d’incontro creativo ed artistico dando spazio ad artisti emergenti, il festival ha ospitato infatti alcuni dei gruppi più rappresentativi della scena musicale calabrese: Totarella, Marasà e Associazione zampognari di Cardeto, questi ultimi guidati dalla travolgente energia di Sebastiano Battaglia. L’iniziativa si era aperta col ricordo commosso del presidente del sodalizio Aramonese, Corrado L’Andolina, verso Eros Zuccalà, figlio di emigrati e scomparso prematuramente in Lombardia pochi mesi fa. La manifestazione, poi, era stata dedicata, dallo stesso L’Andolina, ad Aldo Ferraro, persona amata e stimata dall’intera comunità zambronese, deceduto lo scorso otto febbraio a causa di un tragico incidente sul lavoro a soli trentadue anni. Lo spettacolo musicale, promosso e organizzato dal Centro studi umanistici e scientifici Aramoni, si è concluso con grande successo. Anche quest’anno è stata confermata la splendida location di piazza Otto Marzo che ha riunito la Calabria musicale per festeggiare la festa della musica, ospitando un pubblico che si è scatenato grazie all’esibizione dei vari gruppi musicali. Una serata, protrattasi fino a tarda notte, che ha ormai assunto un sapore particolare a Zambrone, dove, grazie al lavoro degli organizzatori, ha preso la sua forma diventando una sorta di richiamo regionale per tutti gli amanti della musica tradizionale. In piazza sono stati allestiti anche stand gastronomici e messi a disposizione posti a sedere per tutti coloro che hanno voluto godersi lo spettacolo musicale in una comoda postazione. Palesata soddisfazione dagli aderenti del Centro studi umanistici e scientifici Aramoni, che hanno profuso impegno ed energie, organizzando una festa diventata ormai un consueto appuntamento nel calendario degli eventi estivi della provincia di Vibo Valentia. In particolare, Corrado L’Andolina, presidente dell’associazione Aramoni, ha dichiarato: «In controtendenza rispetto alla stagione estiva, che ha registrato quest’anno un calo numeroso di turisti, il festival ha richiamato tanta gente. A dimostrazione che gli eventi di qualità sono gli unici che suscitano ormai interesse presso la gente». Una festa da annoverare nel catalogo delle attrattive turistiche in Calabria, dunque, in quanto è meritevole di allettare tanta gente grazie alle emozioni che la musica tradizionale calabrese riesce a trasmettere. A giudizio degli organizzatori, le presenze totali registrate durante l’intero arco della serata hanno superato le dieci mila unità. Un oceano di persone che ha apprezzato e gustato ogni momento di un festival etnico che, senza esagerazioni di sorta, non ha eguali su scala provinciale e che compete, senza problemi con le migliori kermesse del settore su quella regionale. Il segreto della passata edizione del Tamburello festival, evidentemente, non va ricercato soltanto nell’altissimo livello qualitativo dei gruppi. E nemmeno nella doppia sagra (dolce e salato) organizzata in termini assai differenti da tutte le altre: poche pietanze ma tutte genuine e autenticamente legate al territorio. E nemmeno nella ricca esposizione di arte, artigianato e prodotti enogastronomici: ben 34 gli stand presenti. E nemmeno negli spettacoli dal sapore strettamente etnico: tre coppie di Giganti e “Cameiuzza i focu”. Piuttosto, il segreto del successo va individuato nella sapiente miscela di tutti questi elementi, amalgamati da una sostanza sempre più rara in Calabria: la passione disinteressata verso il territorio e la pervicace volontà di contribuire al suo riscatto.
Pubblicato su Il Quotidiano della Calabria il 24 agosto 2010, p. 26