Zambrone. Questa sera alle 20
TAMBURELLO FESTIVAL.
L’ATTESA E’ FINITA, VIA ALLA SETTIMA EDIZIONE
Di MARIA STELLA FERRAZZO
ZAMBRONE Questa sera la kermesse etnica di Zambrone, denominata “Tamburello festival” vivrà la sua giornata clou. Ma cosa rende differente l’evento del capoluogo tirrenico da molti altri del genere? Innanzitutto la passione dei soci del Centro studi umanistici e scientifici Aramoni che si traduce in costruttiva operosità. L’iniziativa che ha luogo a Zambrone, si segnala per la cura nei dettagli. Nulla viene lasciato al caso. La grafica raggiunge livelli di assoluta qualità, grazie all’impegno dell’architetto Stefano Simoncini, da Bologna. E poi la “Galleria d’arti e… mille sapori!” che raccoglie espositori da tutta la Calabria. Pezzo pregiato, le zampogne e le pipite del maestro Pasquale Lorenzo, da Parghelia, che realizza dei veri e propri capolavori grazie all’abilità della sua felice manualità, applicata ai legni del posto. Ma il Tamburello festival è anche sagre. La prima, offre uno spaccato della cucina del posto: “fileia”, soppressata, “cururicchie”, zeppole con alici, frittata di cipolla. La seconda, si colloca anch’essa sul filone tradizionale ma è rivolta a soddisfare i palati più golosi: “pitte pie”, “nacatule”, “ciciariate” crostate di vario genere e l’ormai tradizionale torta celebrativa sono i prodotti della massaie del posto, pronti a prendere per la gola gli astanti. E poi gli immancabili riti etnici: tre coppie di Giganti, pronti a rinnovare il loro ballo d’amore e la “Cameiuzza i focu” pronta a creare suspense salvo poi a sciogliersi in una sorta di rito liberatorio. E infine i gruppi musicali. Il Tamburello festival, “storicamente”, è al top. Nel palco del Tamburello festival si sono esibiti gruppi che poi hanno occupato, con i loro concerti, centinaia di piazze. Quest’anno, la scelta è ricaduta su tre formazioni che rappresentano la migliore espressione coreutico-musicale calabrese. Un gruppo per ogni zona geografica. Per il nord della Calabria, i “Totarella” che con le zampogne del Pollino apriranno le danze. A seguire i “Marasà”, band rappresentativa del centro della Calabria capace di coniugare sound antichissimi ad altri moderni. Infine, la travolgente energia di Sebastiano Battaglia, “sonaturi” dell’Aspromonte che, insieme ad altri due musicisti dell’area di Cardeto, proporrà due “passate” in stile “Tarantella riggitana”. Filo conduttore, le zampogne che il professore Salvatore L’Andolina, autore della presentazione del festival ha definito come «espressione di una società mite e onesta, semplice e dotata di tutto quanto era necessario per connotarla come originale e seria». Un evento programmato con estrema attenzione, dai costi contenuti e che fa leva sul volontariato degli “Aramonesi”; il simbolo di una provincia colta e determinata a centrare risultati positivi, sia in termini d’immagine che di ricaduta sul territorio. Insomma, il successo per la kermesse zambronese, sempre di più evento etnico, appare un dato più che scontato e… meritato!
Pubblicato su Il Quotidiano della Calabria del 18 agosto 2010, p. 22