La Magna Grecia

Con l'arrivo dei primi coloni greci, si ebbero le prime città. Reggio fu fondata dai coloni Ioni, nel 744 a.C. mentre é opera degli Achei la fondazione che era stata costruita sul promontorio di Zeffiro, che la difendeva dai venti dell'ovest. Durante i primi secoli della colonizzazione greca, Sibari rappresentava la più ricca e popolosa città dell'antichità, nota per l'espansione dei commerci e per la raffinatezza dei costumi. Sibari, però, fu costretta a declinare a causa dell'emergente città di Crotone. Fu l'arrivo di Pitagora da Samo a fare diventare Crotone centro culturale della Magna Grecia, trasformandola, durante i venti anni trascorsi nella città, in una polis completamente diversa e introducendo regole di comportamento e indirizzi culturali capaci di formare una nuova classe dirigente che fu in grado di battere, anche sul piano militare, Sibari. Nel 560 a.C. Crotone e Locri iniziarono una guerra decennale che si concluse con La battaglia della sagra e che vide la vittoria dei locresi, sostenuti da Sparta. Crotone mosse anche contro Sibari, che fino allora era stata sua alleata. Nel 510 a.C. ci fu una delle più grandi battaglie dell'antichità nei pressi del fiume Trionfo. Si trovarono di fronte centomila guerrieri armati dai Crotoniani, guidati dal leggendario atleta Milone contro quelli dei Sibariti che li superavano per tre volte. La vittoria arrise a Crotone che volle cancellare per sempre l'odiata rivale; dopo settanta giorni di saccheggi fu deviato, sembra su idea di Pitagora, il corso del fiume Crati, i cui flutti fecero sparire Sibari per sempre. Furono questi gli anni della supremazia di Crotone, alla quale, però, toccò la stessa sorte di Sibari. Dopo la restaurazione del partito democratico e la cacciata dei pitagorici e degli aristocratici, la città subì un periodo di decadenza, il quale venne sfruttato da Locri che l'affrontò e la sconfisse con l'aiuto dei Dionigi. All'inizio del IV secolo, Dionigi il Vecchio, tiranno di Siracusa, unificò le tre città di Sibari, di Crotone e di Locri con lo scopo di opporsi alla presunzione del popolo dei Bruzi. In seguito, intorno al III secolo a.C. queste polis greche si allearono con gli stessi Bruzi, ai Lucani, a Taranto, a Pirro per contrastare l'emergente città di Roma, la quale, tuttavia, li sconfisse nel 273 e nel 272 a.C.. Fu la stessa causa a costringere le città calabresi a schierarsi a fianco dell'Annibale durante la seconda guerra Punica contro Roma, subendo anche questa volta l'ennesima sconfitta. Da questo momento iniziò la dominazione romana e la decadenza d'alcune città come Locri, che dopo essere stata assorbita dall'impero romano nel 205 a.C. continuò il suo lungo periodo di crisi fino all'Alto Medioevo, cioè fino alla restaurazione da parte di Bisanzio della Calabria intera, avvenuta nel X secolo e, fondando nel IX secolo Gerace come luogo di rifugio dalle incursioni saracene.

Vi é da aggiungere, che fu nel III secolo a.C. che venne in uso designare l'Italia Meridionale con il nome di Mègale Hellàs o "Magna Grecia" come dissero più tardi i Romani, che simboleggiava il contrasto tra la vastità delle nuove terre coloniali e la "piccola" madrepatria, la Grecia; l'organizzazione statale delle polis elleniche rispecchiava quelle delle poleis elleniche, fondate in pratica sul concetto di città-stato autonome rette da un'aristocrazia variegata. In effetti i contratti tra le colonie e la madrepatria rimasero molto fitti sia dal punto di vista commerciale, sia dal punto di vista propriamente culturale e sociale.
La partecipazione continua degli atleti "coloniali" ai giochi che si tenevano in Grecia (Olimpia e Delfi) confermano questi possenti scambi culturali e spirituali con l'Ellade. Lo splendore culturale della Magna Grecia durato sino al III secolo a.C. ebbe ripercussioni determinanti sulla futura società Etrusco-Latina, alla quale vennero tramandati gli aspetti più significativi dell'arte, dell'architettura, della scienza e della religione ellenica nel momento in cui le due società entrarono in contatto con l'Italia Meridionale.