La radice storica del ballo
è aragonese.
Dal punto di vista musicale, i tamburi di legno e pelle naturale, sono
stati sostituiti con moderni rullanti e casse da banda in materiale sintetico,
con l'aggiunta a volte dei piatti e il raddoppio dei rullanti, che hanno
un maggiore impatto acustico e necessitano di minore manutenzione.
Il ballo rituale dei giganti, un'autentica tarantella calabrese, è
un vero e proprio trionfo dell'amore, ma anche della nostalgia, del silenzio
e del ritmo.
Quella dei giganti, in sintesi, è una storia d'amore ed è
raccontata proprio attraverso un ballo di corteggiamento.
La danza rituale, infatti, si apre con una coreografia che comprende una
serie di girovolte, di cerchi che si stringono, sempre di più,
fino ad avvicinare i due in un abbraccio e in un bacio infinito. Mentre
avviene tutto ciò i tamburi battono freneticamente, quasi a incitare
i giganti ad avvicinarsi di più.
La processione che segue i giganti sembra approvare questo eterno e speciale
atto d'amore, che dura da centinaia d'anni, un amore reso pubblico, mostrato
apertamente per strada, in piazza, un rapporto agli occhi di tutti. Con
i loro gesti d'affetto, però, i giganti s'innamorano come essere
mortali e il mito che rappresentano scende a livello umano.
(Le informazioni di cui
sopra sono state tratte dal libro: I GIGANTI di Franco Vallone, ed. La
Mongolfiera).
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