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Cenni sulla storia della Calabria |
La Calabria nella sua storia ha visto alternarsi numerosi popoli e culture provenienti da tutto il Mediterraneo.
La regione fu abitata fin dal Paleolitico, confermato dai ritrovamenti nelle Grotte di Scalea (Torre Talao) e dalla presenza del Bos primigenius a Papasidero.
Nel Neolitico si hanno insediamenti più sparsi, concentrati specialmente nella parte orientale della Calabria.
L'Età dei Metalli portò in Calabria nuove popolazioni, uno degli insediamenti più importanti (risalenti alla tarda età del bronzo) è il complesso di Torre Galli vicino a Vibo Valentia.
I Greci sbarcarono in massa sulle coste e fondarono un insieme di colonie che divennero ben presto ricche e tali da meritare l'appellativo di Magna Grecia.
Varie fasi, con la supremazia
di diverse città, caratterizzarono quest'epoca, Reggio Calabria è
stata la prima fondata dagli Ioni della costa sicula, poi un gruppo di Achei
fondò Sibari, quindi Crotone e Locri, il tutto dal 670 a.C.
Il periodo di maggiore interesse è sicuramente quello della colonizzazione
dei greci, che, nell'VIII a.C. denominarono questa punta della penisola con
il nome di Italia.
Itali, infatti, erano chiamati gli abitanti della parte meridionale della
Calabria, prima della conquista romana, che si estese per tutta la penisola
italiana nel 42 a.C..
Numerose ed inestimabili sono le tracce della civiltà greca lasciate
sul territorio calabrese. Il periodo di dominazione romana è ben diverso
dallo splendore della Magna Grecia, lo sviluppo sociale ed economico si arresta
per un lungo periodo e i calabresi ostacolarono l'occupazione dei romani più
volte alleandosi con Annibale, ma Roma ebbe la meglio; la strategia fu quella
di tagliare i boschi della Sila e delle altre montagne della Calabria, causando
un dissesto oro-idro-geologico con forti smottamenti.
Dopo la caduta dell'Impero Romano
la Calabria fu in seguito saccheggiata dai Visigoti e dai Goti. I Bizantini
imposero poi il loro dominio; la Calabria è, poi, rimasta per secoli
sotto la dominazione di Bisanzio, durante il periodo bizantino la Calabria
costituì un vero e proprio fortilizio contro le incursioni dei saraceni
che arrivarono dal mare. In questo periodo trovarono grande sviluppo i monasteri,
facendo diventare la regione un ricco centro di trasmissione della cultura
antica attraverso la produzione di manoscritti. Purtroppo, solo pochi dei
tesori artistici e culturali prodotti in questo periodo sono ancora oggi in
Calabria..
A Rossano, però, si può ammirare il magnifico Codex Purpureus
Rossanensis.
Mentre Arabi e Longobardi cercarono, invano, di conquistarla interamente al proprio dominio. Intorno all'anno 1000 d.C. ai Bizantini subentrarono i Normanni (in questo periodo vivono due grandi protagonisti del monachesimo, Gioacchino da Fiore all'Abbazzia di San Giovanni in Fiore e Brunone di Colonia alla Certosa di Santo Stefano a Serra San Bruno fondatore dei certosini), che crearono il regno del sud, e dopo i Normanni vennero gli Svevi. Federico II creò nella Regione una delle nazioni più civili al mondo, il famoso Regno del Sole, luogo di incontro di culture e civiltà diverse, l'Occidentale, l'Islamica e la Greco-Ortodossa. Nell'anno 1250 Federico morì e il regno cadde in mano agli Angioini che organizzarono, attraverso il feudalesimo, un sistema per controllare in maniera ferrea i sudditi ed il territorio.
Agli Angioini seguirono gli
Aragonesi, gli Spagnoli (osteggiati tra gli altri dal filosofo Tommaso Campanella)
gli Austriaci e i Borbone. Durante questo periodo la popolazione intensificò
il suo ritiro sulle colline e sui monti, per salvarsi dalla malaria, ma anche
dalle incursioni dei pirati prima saraceni, poi turchi, lungo tutte le coste
calabre.
Questo fenomeno ha creato isolamento esterno ed interno, con centri abitati
sorti sulle alture e nelle vallate prive di vie di comunicazione e con sentieri
impraticabili per tutta la stagione invernale.
Al momento dell'Unità d'Italia, nel 1861, la Calabria era dotata di
una sola strada che l'attraversava da nord fino a Reggio Calabria, la ferrovia
era inesistente ed il 90 % dei Comuni era senza strade interne ed esterne.
Nel XVIII secolo una terribile carestia e un fortissimo terremoto piegano la Calabria borbonica. Ci si avvicina al tempo delle rivoluzioni, come quella che nel 1799 dove Murat (cognato di Napoleone) viene giustiziato a Pizzo Calabro. Verso la metà del XIX secolo vengono fucilati i fratelli Bandiera, finché nel 1860 arriva Garibaldi a portare nuove speranze di cambiamento con l'avvento del Regno d'Italia. Il risultato è stato fallimentare, producendo solo emigrazione e povertà. Iniziò così a proliferare la piaga del brigantinaggio negli anni intorno al 1870 e causa soprattutto l'estrema povertà, la gente incominciò ad andarsene, con l'emigrazione massiccia, la popolazione della regione Calabria praticamente si dimezzò, sono milioni i calabresi nel mondo.
Solo lo sforzo dei governi nazionali
e del Fascismo hanno contribuito a rompere quest'isolamento, ed oggi, le condizioni
economiche e sociali hanno determinato un'inversione di tendenza.
Grazie anche turismo, molti centri abitati sono sorti lungo le coste, superando
in importanza gli stessi centri cittadini. Ma anche questo ha creato problemi,
la speculazione edilizia ha in parte rovinato il paesaggio e la dispersione
degli abitanti ha fatto perdere il patrimonio di tradizioni e di cultura che
ha segnato la vita dei calabresi in passato.
Solo in questi ultimi anni, si cerca di recuperare quel grande patrimonio
di tradizioni e di cultura che la Calabria ha conquistato grazie all'alternarsi
di numerosi popoli e culture provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo.
(tratto da www.kalabrien.biz/storia.htlm)